Una delle caratteristiche proprie ad ogni liturgia tradizionale è quella d'essere intangibile, ossia di non essere manipolabile, modificabile, cambiabile.
E' notorio che la liturgia nelle comunità cristiane si è formata contemporaneamente a loro. San Paolo, nelle sue lettere, testimonia l'esistenza di liturgie primitive nelle quali i cristiani cantavano "salmi, inni e cantici spirituali" (Ef 5,19).
Gli odierni sostenitori cattolici delle improvvisazioni liturgiche guardano a quest'epoca, ritenendo che qui ci fosse quello spontaneismo in grado di "vivificare" la preghiera, altrimenti "stancamente ripetitiva". Essi dimenticano che la Chiesa ha voluto, prima possibile, fissare delle forme perché ben poco può essere manipolato (1) pena la decadenza dello spirituale nel puro temporale. L'antico motivo fondamentale dell'intangibilità di testi e orientamenti liturigici sta, infatti, nel mantenere intatto un percorso di tipo ascetico e spirituale, disposto non da intellettuali e studiosi ma da uomini spirituali.
Perciò con l'affiorare delle eresie, mentre pian piano si strutturava il vocabolario teologico, la liturgia assunse sempre maggiori elementi intangibili fino a divenire, dopo alcuni secoli, totalmente intangibile e stabile (IX-X sec).