Anche se la liturgia della chiesa riformata non può certo esser presa a modello di rispetto verso la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nelle Specie Eucaristiche, quantomeno in confronto alla veneranda Liturgia Cattolica, c'è un caso in cui il sacrilegio non diventa solo una mera eventualità, ma è praticato sistematicamente, nella totale indifferenza della Gerarchia Ecclesiastica: ci riferiamo alle celebrazioni della setta neocatecumenale.
A Madras, attorno al tempio di
Kapalishwara – Shiva “Signore dei Teschi” – avevo osservato a prudente
distanza altri tremendi asceti votati al Dissolvitore dei Mondi, Shiva
Bhairava: nudi e imbrattati di cenere, gli adepti della setta Kapalika
(Portatori di Crani) adorano il lato femmineo e terribile del dio, la
sua “sposa” e potenza, Kali… nella lotta occulta fra luce e tenebra i
Kapalika del Tamil Nadu, che perseguono la Liberazione attraverso la
Dissoluzione di ogni ordine e forma interiore, forse a modo loro
“accelerano” la venuta del Figlio d’Iniquità… A questo scopo si
suscitano gli antichi dèi distruttori. Shiva, Kali, Dioniso, esistono: sono numina,
forze che dormono nella psiche, nel sesso, nel corpo. Il loro silenzio
secolare – mai completo, del resto – non inganni: come sapeva Plutarco, desinunt isti, non pereunt. Vanno risvegliati e torneranno a compiere stragi. (1)
(1) M. Blondet, Gli “Adelphi” della dissoluzione, Ares, Milano1999, pp. 14 ss.