ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 marzo 2016

Pax democratica

Hilary Clinton, la candidata della ” lobby sionista” per frenareTrump: “Permetterò che Israele uccida fino a 200.000 palestinesi abitanti di Gaza


Hilary Clinton, la candidata democratica alla presidenza degli USA ha inviato una lettera ad un importante società ebraica finanziatrice della sua campagna, impegnandosi ad offrire il suo appoggio incondizionato ad Israele per la sua prossima guerra contro i palestinesi della Striscia di Gaza.
Con la lettera, rivelata, che era stata inviata la scorsa settimana al magnate imprenditore di nazionalità statunitense Haim Saban, la Clinton si impegna a che Israele possa tenere carta bianca in qualsiasi guerra futura contro Hamasincluso fornirebbe luce verde presidenziale per uccidere quasi al 10% della popolazione dell’enclave palestinese.

A ruota libera




Alessandro Gnocchi a ruota libera contro Francesco e Benedetto XVI


Alessandro Gnocchi, giornalista cattolico, ha sempre e con grande coerenza scritto quello che pensa sul conto di Papa Bergoglio. Sicuramente non è stato molto accomodante nelle valutazioni e gli va dato atto di notevole autonomia di giudizio e onestà intellettuale.
Dottor Gnocchi,  è palese che Bergoglio non la convinca del tutto. Che cosa non va ?
“Molti aspetti, ma vorrei sottolinearne uno che penso sia fondamentale”.
Prego…
“La ricerca a tutti i costi, del consenso popolare, il lisciare il pelo a quello che la gente pensa e vuole sentirsi dire. Insomma, Bergoglio parla secondo le logiche del mondo e non rispetta quelle della verità e questo porta delle conseguenze. E’ l’ uomo della pancia “.
Che conseguenze?
“La mondanizzazione. Bergoglio sostiene spesso di voler andare contro una Chiesa mondana e naturalmente fa tutto il contrario di quanto  afferma. In  realtà, lui è il più mondano di tutti, perchè la sua idea di Chiesa radica nel mondo.  La prova più  evidente di questa dimensione terrena o sociale è la recente enciclica ecologica sul creato che si è occupata, infatti, di cose del mondo e della terra senza di fatto occuparsi della dimensione verticale o spirituale”
Che cosa comporta tutto questo?
“Un cedimento graduale e complessivo, generalizzato, della dottrina che diviene ondeggiante, liquida e confusa e  si perviene alla clamorosa rinuncia alla tradizione sia nel linguaggio che nella prassi. Ovviamente la prima vittima di questa situazione è la liturgia sempre più minimalista. Trovo questo sconcertante e preoccupante. Deve preoccupare chi oggi è ancora cattolico”.
 Qualcuno è accusato Bergoglio di essere un relativista, condivide?
“Infatti lo è. Indulge spesso al relativismo, perché non ha  punti fermi, sa mettere tutto in discussione, compresi  concetti immutabili. Ma sarebbe un grave errore contrapporlo a Ratzinger come se il Papa tedesco fosse un fenomeno”.
Perchè?
“In realtà, Bergoglio e Ratzinger sono complementari, due volti della stessa medaglia,  la medesima minestra in piatti diversi. Ratzinger è stato anche lui abbastanza  incerto e forse fumoso, non ha avuto il coraggio di fare il passo decisivo, la svolta. Insomma anche lui un equivoco vivente, ed ha le sue brave responsabilità. Non vedo una frattura netta tra i due, Ratzinger non ha invertito la rotta ed è stato una specie di pesce in barile”.
Infine. Pensa che Bergoglio con quel suo arrangiatevi ai vescovi italiani abbia pesato negativamente sul cammino della Cirinnà?
“Ha sicuramente delle responsabilità. Però anche la Cei le ha. Io non ho grande concetto della Cei, che di fatto gestisce l’ingestibile”.




Papa Francesco, le cause dei santi e quell'equivoco sulle spese da tagliare per i poveri

di Antonio Gurrado | 11 Marzo 2016 ore 18:21

foto LaPresse
Nel fine settimana in cui Papa Francesco compie tre anni di pontificato leggeremo giaculatorie a iosa sulla creazione di una Chiesa povera per i poveri, tanto più dopo che ha diramato un rescritto mirato a rendere più trasparente il turbinio di denaro attorno alle cause di beatificazione e canonizzazione. Di fatto, a partire da oggi, viene sottratta ai postulatori l’amministrazione dei fondi di questi procedimenti per arrogarla alla stessa Sede Apostolica, il cui compito è vigilare che le spese non esorbitino al punto da pregiudicare l’avanzamento delle cause. Il documento pontificio tuttavia è estremamente chiaro nel riconoscere che far santi richiede molto lavoro, pertanto comporta molte spese checché ne dicano i pauperisti.

ARTICOLI CORRELATI Il Papa che viene dalla fine del mondo ora è stoppato dalla periferia Il Papa e il rogo degli assegni: "La chiesa non ha bisogno di soldi sporchi!" Non solo periferie estreme: la visione europea di Francesco, tra radici e identitàAltrettanto chiaramente indica come finalità principale del provvedimento non il risparmio bensì la santità: l’amministrazione controllata serve a non far finire le cause nel nulla, mentre solo ciò che avanza verrà dato ai bisognosi. Leggendo il rescritto mi sono accorto che non ricordavo bene la storia della cena a Betania, in cui Maria sorella di Lazzaro utilizza del costosissimo olio di nardo per ungere i piedi a Gesù. Allora sono andato a controllare: qual era l’apostolo che aveva protestato dicendo che anziché sprecare così l’olio sarebbe stato meglio venderlo e dare il ricavato ai poveri? Era Giuda, come sospettavo.
http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2016/03/11/papa-francesco-le-cause-dei-santi-e-quellequivoco-sulle-spese-da-tagliare-per-i-poveri___1-vr-139318-rubriche_c187.htm

Milano, via Carlo Maria Martini  –  un lettore ci scrive

Redazione
zzzzmtn1Caro Direttore,
non le scrivo per parlarle di una novità, ma è una faccenda per cui ho il magone da tanti giorni. Le chiedo soltanto se vuole e se ha il tempo di sentire lo sfogo di un vecchio milanese. Sono vecchio proprio nel senso degli anni, ottantotto a maggio, sono nato a Milano e ho sempre abitato a Milano. Ho fatto in tempo per tanti anni ad avere il gusto della passeggiata in centro, quando il centro di Milano era bello, la sera o la domenica.  Via dell’Arcivescovado era una delle vie centrali di Milano, ma se non sbaglio anche lei è milanese e queste cose le sa bene.  Si andava a passeggio da piazza Fontana e poi si girava in via Arcivescovado e si arrivava al Duomo, al nostro bel Duomo, un monumento alla fede che vengono a vedere da tutto il mondo.
Che bisogno aveva Pisapia di cambiare il nome di via Arcivescovado in via Carlo Maria Martini? Una via così centrale, in una posizione così importante era bello che restasse intitolata all’Arcivescovado e basta, perché i milanesi da secoli la conoscevano così, lì c’è il palazzo sede dell’arcivescovo e quindi è giusto che la via sia intitolata all’istituzione, che non passa, mentre invece gli uomini passano.
zzzzmttpP2Ma se si dedica una via nel pieno centro di Milano si dà una grande importanza alla persona a cui si è dedicata. E qui inizia il magone. Sono un vecchio milanese, cattolico e spero di esserlo abbastanza bene, perché alla mia età ogni giorno è un regalo in più e presto dovrò rendere i conti. Ho fatto in tempo da bambino a frequentare il catechismo come si faceva una volta e anche i miei due figli sono stati ancora in tempo. Allora lo chiamavamo semplicemente “la dottrina”, perché a catechismo si andava per imparare la dottrina.
Sono cambiate tante cose nella Chiesa, non devo certo raccontarlo a lei che lo sa bene, e diciamoci la verità. Il cardinale Martini, pace all’anima sua, è stato uno di quelli che di più hanno fatto per cambiare le cose, ma per cambiarle in peggio, con quelle sue insistenze sul dialogo, sulla cattedra dei non credenti, su quella che ho sentito chiamare la “teologia del dubbio”. Questa davvero mi pare una grande sciocchezza, perché la teologia dovrebbe proprio togliere i dubbi. E poi il dialogo. Ma cosa vuol dire dialogare? Mi hanno sempre insegnato che i maomettani hanno una falsa religione, che Maometto era un ingannatore, mia mamma mi insegnava le preghiere, da dire alla mattina e alla sera, e da quando ero bambino non ho mai smesso. I miei genitori mi portavano a messa la domenica, non c’era nessuna discussione su questo, si faceva perché si sapeva che dobbiamo essere fedeli cattolici se vogliamo andare in Paradiso. Io poi queste cose le ho insegnate ai miei figli, che hanno fatto molta fatica con i loro figli, i miei nipoti, perché si iniziava troppo a parlare in modi ambigui e anche il catechismo è diventato una cosa che non capisco più.
Quando Martini è morto ho sofferto molto a sentire le gran lodi che gli hanno fatto in molti. Mi sarebbe sembrato più giusto, per carità cristiana, invitare a pregare per lui, si fa per chiunque muore, e poi non dire altro. E invece no, grandi lodi come se fosse morto un santo e anche da parte del nostro arcivescovo Scola che dava tante speranze e poi anche lui sembra più preoccupato di dare spazio alle moschee che di seguire i fedeli cattolici.
Milano ha avuto un grandissimo arcivescovo , il cardinale Schuster. A lui è stato intitolato un angoletto in centro, che si fa fatica a trovarlo, dietro Palazzo Reale. Schuster è stato un gigante della fede. Ora a Martini per il quale, mi ripeto, sarebbe stato opportuno un bel silenzio e tante preghiere, viene intitolata una via centralissima di Milano, cancellando il nome che i milanesi conoscevano da sempre di via dell’Arcivescovado. Naturalmente Scola era contento, ma di lui ho già detto. Così tra tanti anni la gente dirà che Martini deve essere stato proprio un grand’uomo per avere una via importante in pieno centro e forse qualcuno se riuscirà a trovare la piazzetta Schuster, si chiederà chi era.
La ringrazio se ha avuto la pazienza di leggere questo sfogo di un vecchio milanese cattolico e le auguro buon lavoro a lei e a tutta la redazione di Riscossa Cristiana.
Giuseppe C.

Mortuae In destructionem pecora, Pastor aeternus!

                                     NUOVE ERESIE 
Il teologo tedesco ritorna su uno dei suoi vecchi cavalli di battaglia: l'abolizione del dogma dell'infallibilità del pontefice. Ma il teologo Padre Coggi lo smonta: «La riforma della Chiesa non riguarda i dogmi, riguarda al massimo la pastorale, ma di certo non la dottrina. Nessun dogma può essere abolito nella Chiesa».Infallibilità del Papa, Kung ci ricasca
Fin dai primi secoli la Chiesa di Roma mostrava che “non datur Ecclesia sine Petro”, a significare, appunto che la Chiesa di Roma era tutta presente nel successore di Pietro e da lui rappresentata. Questa Chiesa di Roma, fin dai primi secoli, era detta possedere il “carisma della verità”, riferimento certo in materia di fede, sacramenti e morale. Per cui tutte le chiese ad essa dovevano riferirsi per essere sicure di rimanere nella “Traditio Apostolica”. 

Dalla fin del mondo (o della Chiesa?)


Il Vangelo secondo Lovejoy (1 parte)

«Sicuramente Adamo ed Eva sono stati i primi ragionieri. 
Infatti hanno fatto i conti con Dio!
Se c'è qualche ragioniere in sala gliela spiego dopo... »
(Bart Simpson)

di Matteo Donadoni
Dato che ultimamente, oltre a patire una noiosa akrasia, mi sento il cervello più acciaccato di uno Sherlock Holmes in pensione, senza mai, per altro, aver avuto nemmeno la brillantezza di uno Watson scrittore, faccio questa riflessione nella speranza che non risulti un ragionamento specioso, o, peggio, che non trasudi la speciosità di un pretesto. A voi giudicare, poi, se sarà stata una trovata degna di un cliente di Moe: risulterà facile come giudicare la paralogia di un ragionamento di Homer. In caso affermativo potrei valutare di dedicarmi anch’io all’apicoltura – arte che appresi da piccolo da mio padre e di cui ricordo ben poco. 

Con un bacio tradì il Signore

La Chiesa nel Getsemani

[Editoriale n.13 - marzo 2016]
Anche l'Italia avrà la sua legge che riconosce le unioni omosessuali.
Una legge promossa e votata da politici che si definiscono cristiani. Ciò non deve stupire perché quei politici sono lo specchio perfetto dello stato in cui versa la società. L'unione contro natura è infatti considerata anche dalla maggior parte di chi si dice cattolico come una sorta di giusto diritto da riconoscere a gay e lesbiche... insomma, una cosa normalissima. Del fatto poi che sia un peccato che gridi vendetta al cospetto di Dio, diciamocelo pure chiaramente, non importa un fico secco a nessuno, tanto più alla maggior parte dei suddetti avanguardisti cattolici. Sodoma e Gomorra, le parole infuocate di San Paolo nelle sue Lettere bibliche, gli insegnamenti della Tradizione custodita dalla Chiesa di Cristo... è stato tutto rimosso, dimenticato: retaggio di un passato bigotto e retrogrado.

Chiesa "povera e per i poveri"..

Benvenuti i ricchi. Francesco li accoglie a braccia spalancate


E ne riceve laute elargizioni. Nome per nome, tutti i magnati della finanza e della tecnocrazia ai quali il papa ha dato udienza quest'anno

di Sandro Magister


ROMA, 11 marzo 2016 – Papa Francesco è implacabile contro i ricchi Epuloni che affamano i poveri Lazzaro, contro quella che chiama "economia che uccide".

Eppure gli uomini più ricchi del mondo e i superpotenti della finanza fanno ressa per essere ricevuti da lui. E lui non solo li accoglie a braccia spalancate, ma li ricopre di elogi.

L'ultima a beneficiare degli apprezzamenti del papa è stata Christine Lagarde, ricevuta in Vaticano lo scorso 18 gennaio, riconfermata in febbraio alla testa del Fondo Monetario Internazionale, e ai primi di marzo elogiata da Francesco come "una donna intelligente che sostiene che il denaro deve essere al servizio dell'umanità e non il contrario", davanti a un gruppo di allibiti socialisti cattolici francesi.

Oblio del Concilio (se sette anni vi sembrano pochi..)

Concilio e “spirito del Concilio” 2.0



Nello stendere il post di una settimana fa (“Formidabili quegli anni”), dove parlavo della grande nostalgia per il Concilio e gli anni immediatamente successivi da parte di molti che oggi occupano posti di responsabilità nella Chiesa, mi era venuto in mente che forse fosse il caso di riprendere il discorso sul Vaticano II, con cui questo blog era nato (si vedano le riflessioni contenute nel primo post del 30 gennaio 2009 Concilio e “spirito del Concilio”). In questi giorni poi mi è capitato di leggere un articolo su un altro blog (Campari & de Maistre), nel quale si fanno alcune valutazioni sul Concilio, sostanzialmente condivisibili, che mi hanno persuaso a riprendere la riflessione che era rimasta sospesa sette anni fa.

Hoc est Misericordiae Vultus!


‘Misericordia’. A Reggio Em. i ‘lefebvriani’ minacciati di scomunica, la Messa ‘proibita’

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                                         La ‘Messa proibita’ a Reggio Emilia
Articolo di Cristiano Lugli in esclusiva per Radio Spada, grassettature della redazione [RS].
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di Cristiano Lugli
Siamo stati abituati – in particolar modo negli ultimi due anni circa – ad ascoltare quel disco in “loop”, disgraziatamente bloccatosi sulla parola “Misericordia”, che non avanza più, non commemora più la parola seguente, che, in quanto attributo di Dio, è Giustizia.
Dagli amboni e dai pulpiti, che siano di arcibasiliche, di cattedrali, di abbazie e di chiese di periferia, la musica è sempre quella: Misericordia!
I parroci, i vescovi, i cardinali e tutti i carismo-clericali hanno assunto come conditio sine qua non questo mantra collettivo, elogiato dalle finestre di piazza San Pietro, propagato come il meglio marketing del rapido consumo fa, esso non conosce ormai opposizioni di linguaggio.

giovedì 10 marzo 2016

Di Gospa in Gospa ?

Nostra Signora di Anguera e Pedro a Rovereto
Sì! Noi c'eravamo, eravamo fra le oltre trecento persone (avete letto bene, 300 persone ed oltre) che la sera del 7 marzo 2016 hanno atteso di  ascoltare Pedro, il veggente di Nostra Signora di Anguera. Ascoltare non gli estremi di un sensazionalismo ridotto alle apparizioni, ma ascoltare un catechista - come ama definirsi con santa ragione Pedro - istruito dalla più bella e dalla più eccellente delle Catechiste, Maria Santissima.
Perchè di Catechismo si è trattato, alla fine, tutto l'incontro con Pedro. Dopo alcuni accenni preliminari sulla sua vita privata e sul come si sono svolti i fatti dalla prima Apparizione, il suo ottimo rapporto con il Vescovo del luogo e la sua stessa Parrocchia, Pedro ha semplicemente innescato una serie di riflessioni che - per chi ascoltava con serenità - convergevano tutte ad un esame della propria coscienza a riguardo del nostro rapporto con Dio, con i Sacramenti, con la Chiesa, in una parola "come testimonio, io, le promesse battesimali, la fede che dico di professare, i Sacramenti che ricevo, l'amore verso Gesù e Maria, e così via?"

Orémus pro Pontífice nostro: clicca Requiem aeternam dona ei Domine!

L'Osservatore Romano
(Nicola Gori) Un clic per pregare o, ancora meglio, un clic per unirsi a tanti fratelli sparsi in ogni parte del mondo. Per pregare insieme secondo le intenzioni del Papa, ma anche per aiutarsi a vicenda e scambiarsi il sostegno spirituale. Si tratta di una innovativa App dal nome Click to pray. È la nuova piattaforma digitale promossa dalla Rete mondiale di preghiera del Papa. Lo spiega il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale, in questa intervista al nostro giornale.

Come è nata l’iniziativa? 
Per aiutare a pregare secondo le intenzioni del Papa, in modo particolare in quest’anno della misericordia, desideravamo un’App che in maniera semplice e intuitiva sostenesse l’impegno della preghiera per le sfide del mondo e della missione della Chiesa.

Mal consigliato?

Promozione in arrivo per il nunzio "consigliere" del papa: da Città del Messico a Washington

nunzio
Le critiche rivolte a papa Francesco dalla rivista dell'arcidiocesi di Città del Messico – di cui Settimo Cielo ha dato tempestiva notizia nel precedente post – hanno suscitato un pandemonio non solo in Vaticano ma in tutto il mondo.
A mobilitarsi in difesa del papa sono state naturalmente le firme giornalistiche più di casa a Santa Marta, dal direttore del sito paravaticano "Il Sismografo", Luis Badilla, al coordinatore del portale "Vatican Insider", Andrea Tornielli.

Se prostrato mi adorerai...


ESCI DA QUESTO NASO! - PADRE AMORTH ESORCIZZA LA COCAINA: “È IL DIAVOLO BIANCO. SATANA PUÒ SERVIRSI ANCHE DALLA DROGA PER RAGGIUNGERE I SUOI SCOPI. LE SOSTANZE STUPEFACENTI ESERCITANO UN'ATTRATTIVA MALEDETTA...”

Ovetti o mortadelline?

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  Icona rubricaBANDIERA BIANCA

Che cosa ci dice della famiglia Prodi la lite pretesca su benedizioni e ovetti di Pasqua

di Antonio Gurrado | 10 Marzo 2016 ore 17:54
Romano Prodi
Ovetto o scherzetto? Le colpe dei padri ricadono sui figli e quelle degli zii sui nipoti, ragion per cui innanzitutto ricapitoliamo la genealogia: Mario generò Romano e Vittorio, Vittorio generò Giovanni e Matteo, Matteo da sacerdote volenteroso ingenera equivoci sostenendo il vantaggio di non benedire la gente. Poi, l’etimologia: il cognome Prodi è una corruzione del termine “preti”, come conferma questa disputa teologica che da ambo le parti ha poco di valoroso e molto di pretesco, nel senso deteriore.

Dialogo e contabilità^?

IL RABBINO CAPO DI SEGNI E IL RECENTE DOCUMENTO SUL DIALOGO

Sull’ultimo numero del mensile “Pagine ebraiche” il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni analizza nei dettagli il documento sul dialogo con gli ebrei, presentato il 10 dicembre dalla competente Commissione vaticana - Intanto si avvicina il 29 marzo, cinquecentesimo anniversario dell’istituzione del primo ghetto ebraico nella Penisola, quello di Venezia: mercoledì 9 marzo una conferenza-stampa sull’argomento a Roma, presso la Stampa estera.
 “Dialogo: avanti con prudenza” è il titolo delle pagine 4 e 5 del numero di marzo del mensile “Pagine ebraiche”, che ospita un lungo e dettagliato intervento di Riccardo Di Segni sul documento riguardante i rapporti ebraico-cristiani presentato il 10 dicembre in Sala Stampa vaticana (vedi anche in questo stesso sito, rubrica ‘Vaticano’). Un titolo che lascia già presagire una certa cautela da parte del Rabbino Capo di Roma sul tema, del resto annunciato in prima pagina con l’assai significativo strillo: “Dialogo: le radici comuni, i problemi aperti”. Non solo: anche il corsivo in alto delle stesse pagine 4 e 5 incomincia con la seguente asserzione: “Il Dialogo va avanti, ma non può essere fatto solo di gesti simbolici”.

Forza CEI!

“Weekend”: il film Lgbt non piace ai vescovi ed esce solo in 10 cinema
La Cei boccia la pellicola. Il distributore: “Molte sale d’essai sono cinema parrocchiali, in alcune regioni non troviamo una sala”


Chi sono io per giudicare? Se lo domandava Papa Francesco parlando di omosessualità, facendo discutere e interrogarsi mezzo mondo cattolico. Eppure, chi giudica c’è ancora. Questa volta, però, non si parla di diritti ma di film. Anzi, di un film: Weekend, opera prima a tema LGBT di Andrew Haigh, che venerdì 10 marzo esce solo in 10 sale italiane. 

Di Pell in pell..

Caso Pell, le vittime degli abusi alzano il tiro e attaccano il Papa

Sbarcate all’aeroporto di Melbourne dopo la settimana trascorsa a Roma per seguire le audizioni notturne del cardinale George Pell, interrogato dalla commissione australiana che indaga sugli abusi sessuali commessi da membri del clero tra gli anni Settanta e Ottanta, alcune delle vittime hanno alzato il mirino, indicando nel Papa “il grande sconfitto” della vicenda

Il cardinale George Pell
Roma. Sbarcate all’aeroporto di Melbourne dopo la settimana trascorsa a Roma per seguire le audizioni notturne del cardinale George Pell, interrogato in streaming dalla Royal commission australiana che indaga sugli abusi sessuali commessi da membri del clero tra gli anni Settanta e Ottanta, alcune delle vittime hanno alzato il mirino, indicando nel Papa “il grande sconfitto” della vicenda. 

mercoledì 9 marzo 2016

Hardy&Bergoglio forever!

Caro parroco, perché hai negato alla figlia di Giorgio Ariani di cantare al funerale del padre?

FUNERALI ARIANI






Giorgio Ariani era la voce di Oliver Hardy dopo Alberto Sordi, e di Ten; ha fatto film come "L'esercito più pazzo del mondo" ed è stato un grande del varietà con "L'altra domenica" di Arbore del 1976. È uno di quegli attori che magari il nome non lo sai ma poi vedi il volto e lo riconosci.
Ai suoi funerali la figlia voleva cantare "La prima cosa bella" di Nicola di Bari per dedicarla al papà ma il parroco non ha dato il permesso: quando lei, a fine funzione, non se l'è sentita di tacere il suo dolore e ha cantato, il parroco è sceso dall'altare ed è andato via. Pieraccioni viene intervistato e dice: "Si capisce il motivo dell'allontanamento dei ragazzi dalla chiesa, è il problema del perché i giovani non si riconoscono più in certi sacerdoti anche se non tutti sono così...".

Funere mersit acerbo

9 marzo 2014 – 9 marzo 2016
l’ultima mail di Mario Palmaro
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zrbrpsAlla fine ce l’ho fatta, ma sono stati necessari due anni. Ieri ho avuto il coraggio di riaprire la mail con cui Mario mi mandava la solita metà di articolo che, appiccicata alla mia solita metà, ne faceva un intero da mandare al Foglio. “Sandro ecco il file, taglia e procedi. Mario”. Poi non ha scritto più nulla. Era martedì 4 marzo 2014. Il giorno dopo, Mercoledì delle ceneri, sarebbe uscito il nostro ultimo articolo firmato insieme, titolato “Assedio e bandiera bianca”.