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domenica 26 marzo 2017

Nuovi tradizionalisti*?

Don Luca confessa dal pulpito: «L’infiltrato che fa le corna? Sono io»

Il personaggio immortalato dai fotografi al parco di Monza, prima della messa del Papa, è un parroco «di frontiera» brianzolo, don Luca Raimondi, 50 anni. Domenica mattina durante l’omelia ha spiegato il motivo del suo gesto scherzoso


Braccio sinistro alzato, la mano che mostra indice e mignolo. E lo sguardo a prima vista truce. Per chi ha visto le foto della messa di papa Francesco, il tizio con la veste bianca e il berretto variopinto che fa le corna nel pratone del parco di Monza appariva decisamente «fuori dal coro» nel gruppo dei sacerdoti in attesa dell’arrivo del Santo Padre. Tanto che è diventato «l’infiltrato». Ma infiltrato non è. Ha tutto il diritto di starci, quell’uomo con la coppola a scacchi. È un sacerdote a tutti gli effetti: don Luca Raimondi, responsabile di quattro parrocchie di una Comunità pastorale che comprende tre paesi della Brianza. Parroco di frontiera, di quelli che la Curia manda quando c’è da fare il lavoro duro, come risollevare una parrocchia e avviare nuovi progetti.

Uno di quelli che dice pane al pane, e che domenica mattina quel che aveva da dire su quella foto lo ha detto ai suoi fedeli, alla Messa solenne a Bernareggio: «Allora, sono comparso su tanti siti online. Con una foto in cui faccio le corna. Vi racconto come è andata». E ha raccontato quel che si cela dietro lo scatto del fotografo (Giuseppe Cacace, dell’agenzia Afp Photo): «Eravamo già arrivati da un po’, mancava un’ora buona all’inizio della Messa. Il cima era di festa, voci canti, allegria». Ed è stato allora che una signora, da lontano, lo ha chiamato: «Don Luca, don Luca!». Lui si è girato, lei gli ha indicato il cappello colorato che si era messo in previsione della lunga giornata sotto il sole, con i 700 fedeli che si era portato dalla sua comunità pastorale.

«La signora mi ha fatto cenno che voleva il mio cappello. Così, per ridere. Uno scherzo». Ma lui la sua coppola comprata a Cefalù non voleva cederla. Ha fatto segno di no scuotendo il dito indice, ridendo. Lei ha insistito. Lui ha fatto di nuovo cenno di no. Lei ha continuato a insistere. Allora don Luca ha alzato anche il mignolo. E il fotografo ha fatto clic. Uno scatto, le corna, l’immagine che diventa virale. «Questi sono i rischi della comunicazione – ha commentato don Luca davanti ai fedeli –, comunque finiamola qui. Parliamo invece della meravigliosa giornata con il nostro Papa. E il suo messaggio: riportare lo sguardo su Cristo e aprirsi alle differenze».

Don Luca, classe 1966, 25 anni da sacerdote, l’ha chiusa così, la vicenda della foto che fa il giro del mondo: «Quel che più importa – ha raccontato ai parrocchiani – sono le 700 persone che abbiamo portato a Monza e altre 200 a Milano». Un record tra le parrocchie brianzole. Tanto più che don Luca non ha organizzato comodi pullman, ma un vero pellegrinaggio: tutti in treno fino ad Arcore e poi a piedi per una decina di chilometri fino al parco. «Ero là anch’io – commenta il vicepresidente della provincia di Monza Roberto Invernizzi –, ho visto la scena, il clima felice e allegro di quei momenti di attesa. Don Luca in quel momento era in maniche corte, rilassato, ma quando è arrivato il Papa si è messo la veste ed era molto serio, in prima fila con gli altri sacerdoti. Perché don Luca è un tipo allegro, sa scherzare, ma la sua missione di sacerdote la prende terribilmente sul serio. Qui in Brianza lo conosciamo bene. Uno che prende posizione quando è necessario, uno che va dove serve senza guardare colori, fede, partiti. Uno che non si tira indietro».

In bici o in scooter, jeans e maglietta, la Tau al collo, da otto anni, quando è stato nominato parroco, don Luca gira instancabile per i tre Comuni (Sulbiate, Bernareggio, Aicurzio) della Comunità pastorale. Ha creato gruppi di ascolto della Parola, ha introdotto le visite alle famiglie da parte di laici (una novantina), ha fatto rinascere gli oratori. Ma non sta chiuso in sagrestia: ad esempio tira le orecchie ai politici se serve, bussa alle porte degli imprenditori per trovare lavoro ai parrocchiani, in due anni ha raccolto 200 mila euro per il Fondo di solidarietà della diocesi. E sa come scuotere la gente dal pulpito. Due anni fa, al funerale di un compaesano molto stimato, morto tragicamente in montagna, riuscì a dare una scrollata a tutti: «Va bene piangere, ma non pensate di uscire di qui e dimenticarvi tutto. C’è una famiglia che ha bisogno di aiuto, muovetevi».

di
 Leila Codecasa
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/17_marzo_26/don-luca-raimondi-parroco-infiltrato-corna-parco-monza-messa-papa-francesco-f4e72e42-1221-11e7-a037-a2d5af436a5d.shtml

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http://www.blitzquotidiano.it/wp/wp/wp-content/uploads/2015/01/papa_corna.jpg.jpg


http://it.aleteia.org/2015/01/19/il-gesto-delle-corna-fatto-dal-papa-e-legato-al-satanismo/

2 commenti:

  1. Il sacerdote ha le mani consacrate e se deve usarle così meglio tenerle in tasca. Inoltre il gesto fa anche parte dei simboli massonici...

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  2. Francis (Ford) Coppola28 marzo 2017 alle ore 22:45

    Molto bello il mini-camice, mancava il triccheballacche.
    Ah, le messe al campo!

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