ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 13 gennaio 2017

Interpretazione cattolica


Se non avessi ormai raggiunto una certa età, e dovessi ancora occuparmi della cura d'anime in una parrocchia, probabilmente non avrei né tempo né voglia di commentare le peregrine affermazioni che ci giungono quotidianamente da Santa Marta. Anzi, anche ora che posso dedicarmi allo studio e alla preghiera, mi riesce estremamente penoso leggere certi spropositi, soprattutto quand'essi coniugano la pervicace predicazione dell'errore con vere e proprie falsità. E' il caso del fervorino del 10 Gennaio, puntualmente recensito da Radio Vaticana.

Premetto che non conosco quale sia l'ordinamento delle letture nel rito riformato, visto che per grazia di Dio seguo solo la Liturgia cattolica, e questo da ben prima dell'Indulto di Giovanni Paolo II e del Motu Proprio di Benedetto XVI. Ho dovuto quindi chiedere ad un confratello lumi al riguardo, scoprendo che il 10 Gennaio era martedì della I settimana del Tempo Ordinario, anno dispari. L'Ordo appeso nella mia sacristia indica invece la Messa del martedì nell'Ottava dell'Epifania, con la commemorazione di San Pietro Orseolo, Confessore. 

E soprattutto buttiamo via la Fede cattolica..

La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Prima parte. Buttiamo via Leone X e Pio XI 

E soprattutto buttiamo via la Fede cattolica, per abbracciare una nuova “fede” fatta di caramellosa fratellanza contrabbandata per carità. In fondo, si rischia solo la dannazione eterna.
di Paolo Deotto

Dal 18 al 25 gennaio si celebrerà la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. Iniziamo un piccolo viaggio nei testi ufficiali, tratti dal sito della Santa Sede, per capire meglio cosa ci aspetta.
Chi è cattolico non ha di norma dubbi su cosa voglia dire “unità dei cristiani”. L’enciclica Mortalium animos (di cui riportiamo in calce un significativo passaggio) di Papa Pio XI è di una chiarezza assoluta: “Non si può altrimenti favorire l’unità dei cristiani che procurando il ritorno dei dissidenti all’unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente si allontanarono”.
Appunto, chi è cattolico non ha dubbi. È quindi lecito chiedersi a quale “religione” appartengano i signori del PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELL’UNITÀ DEI CRISTIANI (e chi li dirige e approva), che hanno tra le altre cose stilato il documento “Testi per La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e per tutto l’anno 2017”, del quale vi proponiamo alcuni passaggi interessanti.
Prima di passare a questa lettura, ci sembra utile ricordare, dato l’abbraccio “ecumenico” oggi imperante, che tale Martino Lutero fu scomunicato il 3 gennaio 1521 da Papa Leone X, con la bolla Decet Romanum Pontificem.

La banalizzazione dell’eresia

CHE COSA E' LA CHIESA ?

    Chiesa, neochiesa e contro-chiesa in tempi di apostasia strisciante. Un problema nuovo: bisogna saper bene che cos’è la Chiesa, per poterla più facilmente riconoscere e distinguere da ciò che chiesa non è 
di Francesco Lamendola





  
Che cos’è la Chiesa?

È necessario averlo ben chiaro, specialmente di questi tempi: tempi di apostasia diffusa, strisciante, e, spesso, veicolata proprio dall’alto, dai pastori, da quelli che dovrebbero custodire la fede e aiutare il loro gregge a coltivarla e conservarla. I pastori, infatti, non sono i proprietari del gregge, ma dei semplici operai: il padrone, il solo e unico, è Gesù Cristo. Dunque, bisogna saper bene che cos’è la Chiesa, per poterla più facilmente riconoscere e distinguere da ciò che chiesa non è: e questo è un problema nuovo, che non esisteva fino a meno di due generazioni fa, perché la Chiesa, nel corso dei secoli, ha mancato più volte sul piano morale, mai, però, su quello dottrinale; sul piano dottrinale, anche i peggiori papi della storia, come Alessandro VI Borgia, son rimasti nel solco dell’ortodossia e, sia pure indegnamente, hanno preservato la sana dottrina da errori ed eresie.

"Dalla vanagloria nascono le stravaganze dei novatori".

SPIE E SEGUACI DEL DIAVOLO

    Italia patria di spie e seguaci del diavolo. La profezia apocalittica di Porta Angelica: le parole profetiche di ammonimento che Gesù pronunciò circa 30 anni fa ad un'umile suora africana di nome Anna Ali. L'ammonimento alla Chiesa 
di Cinzia Palmacci  





"I massoni insultano il Mio Vangelo! La loro malvagità è ripugnante. Stanno preparando la loro esecuzione con le loro stesse mani".
Appello Divino n. 36 del 12 novembre 1987
"I massoni e tutti gli altri adoratori del diavolo vogliono cancellare l'amore fraterno dalla faccia della terra sostituendolo con la divisione e sanguinose ferite".
Appello Divino n. 40 del 30 novembre 1987


Senza voler entrare nel dettaglio del caso di spionaggio di cui si parla tanto e ovunque in questi giorni, e nel quale è stato appurato che c'è puzza di massoneria, queste sono le parole profetiche e di ammonimento che Gesù pronunciò circa trent'anni fa ad un'umile suora africana di nome Anna Ali in una stanzetta di Porta Angelica a Roma. Suor Anna è stata protagonista di fenomeni che suscitarono sensa­zione nel 1994 in seguito alla pubblicazione di un particolareggiato resoconto, corredato da foto, si è sostenuto, di Gesù,’ il quale le sarebbe apparso più volte, affidandole messaggi su di un ormai prossimo futuro dell’umanità. Anna non ha fotografato l’apparizione di sua iniziativa, ma per con­siglio dei suoi superiori, dopo che ebbe comunicato loro quello che accadeva nella sua camera di Porta Angelica. Desta profonda impressione, comunque, la stretta somiglianza del ritratto con altre immagi­ni ritenute sovrannaturali del Cristo, e in specie con una foto scattata in Palestina nel 1876, la più antica fotografia del genere, ora con­servata negli archivi vaticani. La profezia apocalittica di Porta Angelica s’incentra sull’ipotesi di una catastrofe analoga a quella preannunciata dalla Madonna nelle apparizioni di Fatima e La Salette. "Preparatevi tutti, buoni e cattivi, adulti e bambini, preti e suore, tutta l’umanità. Io li amo tutti, e concedo loro del tempo... Io non voglio che alcuno perisca... Amo l’umanità, e desidero riversare la mia pietà nel cuore degli uomini... Io li aspetto, la mia pietà è immensa..." (messaggi del 29 ottobre 1987 e del 31 marzo 1988). 

Un tema ricorrente

A proposito di proselitismo



Domenica scorsa, festa del Battesimo del Signore, Papa Francesco, durante l’Angelus, è tornato sul tema del proselitismo. Dopo aver citato alcuni versetti della prima lettura del giorno (il “primo canto del Servo del Signore”) — «Non griderà, né alzerà il tono … non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità» (Is 42,2-3) — il Santo Padre ha proseguito:
Ecco lo stile di Gesú, e anche lo stile missionario dei discepoli di Cristo: annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza gridare, senza sgridare qualcuno, ma con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione. La vera missione non è mai proselitismo ma attrazione a Cristo. Ma come? Come si fa questa attrazione a Cristo? Con la propria testimonianza, a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesú presente nel piú piccolo dei fratelli. A imitazione di Gesú, pastore buono e misericordioso, e animati dalla sua grazia, siamo chiamati a fare della nostra vita una testimonianza gioiosa che illumina il cammino, che porta speranza e amore.

Si tratta di un tema ricorrente nella predicazione di Papa Bergoglio. Fece molto scalpore quando egli toccò l’argomento per la prima volta, nell’intervista rilasciata a Eugenio Scalfari il 1° ottobre 2013 su Repubblica.

Mio caro Pinocchio

Risposta all’autore della replica: Questa è la Verità della nostra storia

Rispondiamo a un articolo dal titolo: “Il relativismo storico di allchristian”, pubblicato sul blog la verità del commissariamento, contro l’ultimo nostro dedicato alla vera storia dei Francescani dell’Immacolata.
Chiediamo scusa ai lettori per la lunghezza della risposta, ma abbiamo il dovere di replicare alle moltissime menzogne diffuse in rete, da blog che a nostro giudizio diffondono una visione errata e parziale sulla storia dei Francescani dell’Immacolata.
Una volta mi sarei innervosito; ora la rabbia degli avversari mi diverte. E sì, perché quando si va oltre il limite della ragionevolezza, ti rendi conto che hai di fronte persone con cui non è possibile alcun dialogo e, allora, non c’è niente di meglio che mutarla in ironia.

Il cristianesimo «peace and love»?


Misericordia, libertà, giudizio. Domande e risposte ricordando un vescovo scomodo

Mentre mi dedico al periodico esercizio di ginnastica mentale (spazzare le foglie secche sul terrazzo) e mi pongo domande d’alto spessore filosofico (perché a volte il vento raduna le foglie sotto la scala e a volte accanto al muretto?), mi concedo anche qualche riflessione più leggera. Tipo: «Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?».
A beneficio dei lettori meno misericordiosi, il cui sport preferito è impallinare chi scrive e già staranno pensando «Ma guarda questo che impudente! Si impossessa delle domande altrui!», preciso di essere consapevole del fatto che il copyright è di Gesù. Tuttavia, siccome la domanda è buona e merita d’essere presa sul serio, non esito a farla mia. E aggiungo che, se fossi un pastore di santa romana Chiesa, non ci dormirei.

Il bersaglio facile

Quel pasticciaccio brutto sull'Ordine di Malta
L'ombra della Massoneria e il caso dei preservativi che hanno causato le dimissioni del Gran Cancelliere; Lo scontro istituzionale tra il Sovrano Ordine Militare e il Vaticano a seguito delle dimissioni di Boeselager; La violazione di leggi morali su cui la Santa Sede vuole fare chiarezza. E il cardinale Burke come bersaglio facile di certi movimenti di curia. Ecco perché il caso dei "giovanniti" adesso scotta.

giovedì 12 gennaio 2017

Colei che con un solo sguardo annienta tutto il potere infernale



14:18

DA RADIO DOMINA NOSTRA
https://gloria.tv/video/2kVUWzcTpMXpBVdUwcPkpihmH

Santo Rosario: l’Arma potente

La Corona del Santo Rosario fa del più povero della terra, l’uomo spiritualmente più forte, più ricco di Grazia di Dio, felice, ricolmo di pace, amato da Maria e considerato suo figlio prediletto.

Il Rosario ci fa ottenere il dono della sapienza, perché ci fa comprendere il senso della vita, ci dà lume soprannaturale per cercare Dio, solo Dio e stare sempre con Dio, così da allontanarci dalle vanità terrene e da ciò che dispiace a Gesù e a Maria.

La verità è scappata fuori...

IL CANCRO DELLA NEOCHIESA

Se la rivista dei preti intona le lodi Lutero. Ormai il cancro della neochiesa o meglio della contro-chiesa modernista e progressista è talmente avanzato talmente in metastasi che difficilmente si può immaginare di arginarlo 
di Francesco Lamendola  





Ormai il cancro della neochiesa, o meglio della contro-chiesa, modernista e progressista, è talmente avanzato, talmente in metastasi, che difficilmente si può immaginare di arginarlo, di bonificarlo, di farlo retrocedere. È penetrato ovunque, dalle parrocchie alle curie vescovili, dalle facoltà teologiche ai seminari, dalle conferenze episcopali alle riviste cattoliche di maggiore tiratura, diocesane, missionarie e perfino quelle specificamente pastorali. La relativizzazione, la protestantizzazione e la giudaizzazione del cattolicesimo guadagnano posizioni ogni giorno, a passi da gigante. Son bastati pochi anni, e ormai si naviga nell’assurdo quotidiano: può capitar di tutto, sentire preti che, dal pulpito, scoraggiano il culto della Madonna, altri che lodano l’islam e bacchettano i fedeli, altri ancora che seminano dubbi di fede, mettono in forse la vita eterna, l’anima immortale, la divinità di Cristo, la redenzione dai peccati, anzi, il concetto stesso di peccato. Siamo arrivati allo sfascio pressoché totale; siamo arrivati alla frutta.

Una correzione fraterna


L'apostasia e l'ottenebramento delle coscienze è certamente un male, ed un male di gravità inaudita quando chi se ne fa promotore siede sul più alto Soglio. Lo ammette candidamente anche don Elia, nell'incipit del suo articolo La terza via, pubblicato sul suo blog alcuni giorni or sono. 

Ma il riconoscere la crisi non deve autorizzare a volger immediatamente lo sguardo altrove, andando - per usare le parole del confratello - a far le pulci agli ambienti tradizionalisti. Poiché così facendo si rischia quasi inevitabilmente di assumere il comportamento di chi, volendo criticare qualcuno, inizia con la premessa opposta:

Non voglio mica dire nulla, per carità! Tu lo sai meglio di me che io e Tizio siamo amici, che lo stimo molto, che mi è caro. Però - e non mi fraintendere - se vogliamo dirla tutta... 

Così la crisi della compagine ecclesiale - le cui basi filosofiche e teologiche dovrebbero essere oggetto della più aspra critica - finisce per costituire una breve petizione di principio, peraltro scarsamente indagata, da cui distogliersi in fretta per dedicarsi al ben più comodo - e meno impegnativo - ruolo di censori equanimi ed imparziali delle magagne del tradizionalismo.

Come se Dio non esistesse

"L'occidente è diventato la tomba di Dio". Il j'accuse dal cardinale Sarah

"La cultura occidentale si è organizzata come se Dio non esistesse. Siamo noi ad averlo ucciso. L'uomo non sa più né chi sia né dove vada". Il testo completo sull'ultimo numero di Vita e Pensiero

Il cardinale Robert Sarah è prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti

"La vera crisi che attraversa ora il nostro mondo non è essenzialmente economica o politica, ma è una crisi di Dio e nello stesso tempo una crisi antropologica", scrive il cardinale Robert Sarah prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, in una riflessione pubblicata sull'ultimo numero della rivista Vita e Pensiero, oggi in uscita. "Certo, oggi si parla solo di quella economica: nello sviluppo della potenza dell'Europa – dopo i suoi orientamenti originali più etici e religiosi – l'interesse economico è diventato determinante, in modo sempre più esclusivo".

Servi infedeli e presuntuosi

PRETI "SINISTRI"

    La Chiesa dovrebbe buttar fuori a pedate questi preti di sinistra che sputano su di lei. Ci sono preti che non esitano a sparare giudizi temerari su uomini e cose anche su papi naturalmente su quelli che non riflettono la loro idea 
di F. Lamendola  



Pio XII? Un “imperatore”, un “faraone”, un narcisista, un uomo afflitto da manie di grandezza, che incoraggiò il culto della sua personalità. Nemmeno una parola sui molti aspetti ammirevoli del suo pontificato, sulla sua dedizione, sulla sua assoluta integrità; soltanto secchiate d’insulti contro gli aspetti di un papa che certi preti di sinistra proprio non possono digerire: il conservatorismo, o quello che essi giudicano tale; la scomunica ai comunisti e ai socialisti (anche se non esplicitamente ricordata: ma si vede lontano un chilometro che quello è il problema…); l’aver ostacolato tendenze e atteggiamenti che sarebbero poi “esplosi” con il Concilio Vaticano II, che, come è noto, è l’unico vero concilio nella storia della Chiesa che interessi ai cattolici progressisti, e che, per essi, si identifica con la Chiesa tout-court

Il Pontefice del Dio ignoto

Note sull'attualità


Tutti siamo a conoscenza dello scandalo di Lund, dove Papa Bergoglio ha offeso Dio in mondovisione, ringraziandoLo per la Riforma protestante ("Ti ringraziamo, o Dio, per le tante intuizioni ispiratrici, teologiche e spirituali, che abbiamo ricevuro per mezzo della Riforma. Ti ringraziamo per le trasformazioni e le riforme positive che sono state promosse dalla Riforma o dalle lotte che le sue sfide hanno richiesto...").  
Ringraziare Dio per il male, cioè ritenerlo la causa del medesimo, secondo la teologia morale è una bestemmia ereticale, anzi è l'esempio stesso della bestemmia ereticale in qualsiasi manuale.

La “Chiesa di Francesco”


Papa Francesco salverà la Chiesa o la affonderà? Libro di Aldo Maria Valli, tesi a confronto


Papa Francesco salverà la Chiesa o la affonderà? Libro di Aldo Maria Valli, tesi a confronto






Si capì subito la sera del 13 marzo 2013, quando si affacciò dalla loggia centrale di San Pietro presentandosi come vescovo di Roma piuttosto che come 266esimo Pontefice della Chiesa universale, che Jorge Mario Bergoglio, con l’inedito nome di Francesco, avrebbe diviso piuttosto che unire il mondo cattolico.
Pochi ne conoscevano la biografia, ancor meno quelli che avevano un minimo di dimestichezza con le sue inclinazioni teologiche e le sue maniere di pastore di anime. Ma non ci volle molto a rivelarlo al grande pubblico per via di un’atteggiamento davvero poco curiale, comunque discontinuo rispetto ai suoi immediati predecessori ed in particolare al dimissionario Benedetto XVI.

Vatican Sniper

Vatican Sniper, come ti abbatto i nemici della "rivoluzione"

Un nostro editoriale ha provocato la reazione scomposta di Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider, che mi ha accusato di scrivere il falso a proposito di un suo tentativo di estorcere una intervista al cardinale Brandmuller. Ma ecco le prove del "cecchinaggio" in corso....Vatican Sniper

Quando si sceglie il mestiere di cecchino (“sniper” in inglese) si deve essere consapevoli che si tratta di un lavoro pericoloso: basta un attimo di distrazione e si viene individuati, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider e principe dei vaticanisti (lo dico senza ironia), già da tempo ha scelto questo mestiere mettendo nel mirino di volta in volta tutti coloro che sono considerati una minaccia per la “rivoluzione” in corso nella Chiesa.

mercoledì 11 gennaio 2017

Come e perché





58:29

Il vaticano II e la Santa Vergine...

Come e perché il vaticano II ha bloccato l'esaltazione della Santa Vergine nella storia , conferenza di ( Padre Giulio Tam )







Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia

La cultura dello scarto


Francesco: come ti distruggo il bello dei musei vaticani

Da un servizio di Vatican Insider a firma di Andrés Beltramo Álvarez e pubblicato il 27 settembre 2016, apprendiamo che papa Francesco ha una sua personale idea dell’arte, e questo ci sembra legittimo e al tempo stesso fin troppo comune, ma quando leggiamo che egli vuole trasferire questa sua idea personale in Vaticano, ridimensionando l’impostazione dei musei vaticani per trasformarli in un luogo dove si espongono i lavori degli artisti moderni, soprattutto di provenienza “popolare” e di tendenza “innovativa”, ci siamo chiesti se Francesco non abbia trovato il modo di distruggere anche la memoria plastica di questa Chiesa che ha dato prova di odiare fin da quando ha messo piede nelle stanze vaticane.


Il piccone della misericordia!

Un licenziamento, una demolizione: la nuova curia eccola qui


Vaticano

La riforma della curia vaticana che papa Francesco sta attuando è compiuta in parte alla luce del sole e in parte nell'ombra.
Tra i provvedimenti presi recentemente nell'ombra ve ne sono due emblematici.
*
Sul primo ha sollevato il velo il vaticanista Marco Tosatti, quando il 26 dicembre diede notizia dell'ordine dato dal papa a un capo di dicastero di licenziare in tronco tre suoi ufficiali, ordine dato senza spiegazioni e senza accettare obiezioni.
Oggi si sa che il dicastero in oggetto non è di second'ordine, è la congregazione per la dottrina della fede. E i tre licenziati godevano del pieno apprezzamento del loro prefetto, il cardinale Gerhard L. Müller, a sua volta fatto segno di ripetuti atti di umiliazione, in pubblico, da parte del papa.

In cauda tantum?

Passer mortuus est meae puellae…

Echi dell’incontro di martedì 10 gennaio in Sala Stampa vaticana per la presentazione del nuovo settimanale de “L’Osservatore Romano”, con il Sostituto Segretario di Stato Angelo Becciu e il direttore Giovanni Maria Vian. In sala anche il prefetto della Segreteria per la comunicazione vaticana Dario Edoardo Viganò.  
Lugete o Veneres Cupidinesque/et quantum est hominum venustiorum/passer mortuus est meae puellae… Calma, ragazze e ragazzi: non siamo ancora a questo punto. Se Catullo piangeva la morte del passero della sua morosa, non è ancora il caso di mettersi in gramaglie per il trapasso de “L’Osservatore Romano” come è universalmente conosciuto, anche se…il rischio incombe minacciosamente. Quello cioè che il glorioso quotidiano cartaceo della Santa Sede venga ridotto in quanto tale ai minimi termini, quelli delle poche decine di copie per edicole e Congregazioni attorno a piazza San Pietro.

Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?


OCCHIONERO, OCCHIO-PIRAMIDE, OCCHIO A RAVASI. MA E’ ANCORA PRESTO.



Mi hanno telefonato in cento: il mio parere sui fratelli spioni Occhionero, che hanno infiltrato le mail di Mario Draghi, Ravasi, Monti, massoni sciolti e a pacchetti. Cosa ne penso. Cosa volete ne pensi. E’ troppo presto   per capire i media riempiono il vuoto con fuffa e polvere negli occhi, interviste a  Genchi e altri depassés,   il consueto rumore di fondo utilissimo.
Io dico: aspettiamo. La sola cosa che sembra certa è che i due Occhionero sono: amici dell’ambasciatore  Usa a Roma. Residenti a Londra. Interni a potenti ditte finanziarie della City.  Con aiuti tecnici e politici in Usa per la loro impresa di hackeraggio.  La moglie, cittadina americana. Il fratello Occhionero, oltre che gran maestro della loggia romana, è anche introdotto nella gran loggia dell’illinois.

LOGGIA ILLINOIS












“E’ stato beccato grazie alla collaborazione dell’Fbi con la polizia italiana, ma NON delle altre agenzie americane”, mi dice il noto amico di Washington: “il repulisti dell’intelligence Usa”! (voluto da Trmp e dal suo quartier  generale)  “ha raggiunto l’Italia?”. Si noti il punto di domanda.   E’ troppo presto per farne a meno.
Ricordiamo solo che una parte dell’Fbi ha forzato il suo direttore, Comey, ad aprire controvoglia le indagini sulla Clinton in piena campagna elettorale (Comey poi le ha subito chiuse: lì si arrivava al Pizzagate attraverso il computer del marito sessuomane di Huma Abedin). E’ quell’ FBI che oggi apre agli  inquirenti italiani i servi dell’occhio della piramide? Sembra ragionevole.
A me personalmente interesserebbe molto vedere le liste che  ing. Occhionero  ha stilato, in ordine  alle caratteristiche dei  personaggi: “politici”,  “cardinali”,”masson”…  Per esempio monsignor Ravasi è catalogato come massone? E Monti? E  Draghi?
Ma soprattutto Ravasi. Forse si ricorderà che pubblicò su 24 Ore, il 14 febbraio 2016, un inatteso invito ai “cari  fratelli massoni”  a cui la nuova Chiesa di Begoglio, dopo 500 condanne in due secoli, allarga le braccia  tutte misericordia.    Il papa che è stato salutato ufficialmente dal Grande  Oriente  a poche ore dalla sua elezione,, come quello  sotto il quale “la Chiesa non sarebbe  più stata come prima”.  Il papa  che, quando atterra in qualche paese estero, la massoneria locale gli fa trovare manifesti di benvenuto.  Il  Papa che pochi giorni fa  ha    di nuovo  invocato   (come l’ha già fatto in Laudato Si)  “una autorità politica mondiale” nuova, “per ridurre l’inquinamento”,  munita di una banca centrale globale emettitrice di  una moneta unica, “per la salvezza dell’umanità”   e “lo sviluppo”.  Il Papa che  ha compassione per l’ambiente e nessuna per  i Francescani dell’immacolata…
Secondo una vocina interna al Vatiano, sarebbe Ravasi, in realtà, il grande promotore degli  eventi che portarono alle dimissioni di Benedetto XVI. La sua appartenenza alla lista Massoneria sarebbe di notevole significato.
Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?
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CHIESA E MASSONERIA, LE AMBIGUITÀ DEL CARDINALE

Padre Rosario Esposito (1921-2007), religioso paolino che alla fine della vita ha deciso di rendere pubblica la propria affiliazione alla massoneria, ha calcolato che la Chiesa ha emesso 586 condanne contro l’ordine dei liberi muratori. Moltissime. La ragione di tanto reiterato interesse da parte dei Papi è principalmente dovuta all’instancabile azione lobbistica dei fratelli che non smettono mai, all’indomani di ogni nuova condanna, di professarsi tutt’altro che ostili alla Chiesa cattolica.















Il sacerdote Paolino massone, don Rosario Esposito, in una foto col grande Fondatore il Beato Giacomo Alberione (foto Belluschi)


I Papi non avrebbero visto giusto e, in ogni caso, il nuovo tipo di massoneria avrebbe abbandonato ogni forma di ostilità nei confronti della Chiesa.

La prima condanna antimassonica è emessa da Clemente XII nel 1738 solo pochi anni dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra nel 1717. Tenuto conto che ripetuti giuramenti vincolano al segreto i fratelli massoni per tutto quanto riguarda la vita di loggia, tenuto conto anche che la violazione del patto stipulato comporta la pena di morte, la tempestività della condanna è prodigiosa. Nella lettera apostolica In Eminenti papa Corsini specifica che il suo pronunciamento riguarda tutte le associazioni di tipo massonico, indipendentemente dal nome con cui vengono chiamate. Particolare di non poco conto.

L’ultimo pronunciamento a carico della massoneria è emesso il 26 novembre 1983 dal cardinal Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che scrive con l’esplicita approvazione del Santo Padre Giovanni Paolo II. La secolare condanna è ribadita nei termini più netti. La motivazione della reiterazione del pronunciamento è dovuta –una volta di più- al non aver il Codice di Diritto Canonico del 1983 esplicitamente condannato la massoneria: dalla mancata ripetizione della scomunica le logge deducono (meglio, affermano e divulgano di dedurre) che l’ostilità ecclesiastica nei loro confronti è finita.

Questo rapido excursus è necessario per cercare di capire l’articolo (“Cari fratelli massoni”) che è stato pubblicato da Il Sole 24 Ore domenica 14 febbraio a firma del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il cardinale dà risalto a «un interessante volumetto» che, oltre alla Dichiarazione di Ratzinger, riporta «due documenti di altrettanti episcopati locali, la Conferenza episcopale tedesca (1980) e quella delle Filippine (2003)». A partire dall’analisi di questi testi Ravasi giunge alla conclusione che, proprio come scrivono i vescovi tedeschi, «bisogna andare oltre “ostilità, oltraggi, pregiudizi” reciproci, perché “rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze” che pure continuano a permanere in modo netto».

Cosa dicono i vescovi tedeschi? Ripercorriamo i punti salienti della Dichiarazione nell’ordine in cui vengono menzionati: è possibile ipotizzare un nuovo rapporto fra Chiesa cattolica e massoneria, si domandano i presuli? «L’opinione che la Libera Muratoria si fosse a tal punto trasformata, che la precedente posizione della Chiesa fosse superata» è stata diffusa tramite «un’ampia attività rivolta alla pubblica opinione, in forma di convegni, sedute aperte di logge, pubblicazione di libri, articoli in giornali e riviste» (curiosamente la Dichiarazione parla di articoli in giornali). I vescovi precisano: l’opinione menzionata fu favorita da un certo modo, completamente falso, di interpretare l’ultimo Concilio «come se la Chiesa avesse abbandonato l’idea orientatrice di una verità obiettiva, sostituendola con quella della dignità umana. Ne conseguirebbe un rapporto di vicinanza fra la Chiesa cattolica e la Libera Muratoria».

Le cose non stanno così perché «la Libera Muratoria mette in questione la Chiesa in modo fondamentale».  É vero che «sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di manifestare le differenze» come è vero che la Chiesa sa di dover collaborare «quando si tratta del raggiungimento di fini umanitari e caritativi» (e quando mai è successo il contrario?), ma è altrettanto vero che «La Libera Muratoria non è mutata nella sua essenza» e che quindi «l’appartenenza contemporanea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa». Le dichiarazioni di incompatibilità non «impediscono, però, il dialogo», scrive Ravasi. La notazione è curiosa perché non c’è periodo storico in cui la Chiesa non sia stata aperta al confronto. E questo vale dall’inizio.

A cominciare dalla Prima lettera di Pietro («pronti sempre a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto»), per continuare con tutto il pensiero filosofico cristiano (vedi la Città di Dio di Agostino o la Summa di Tommaso). Alla massoneria appartiene invece la teorizzazione di un tipo di dialogo particolare, funzionale alla scomparsa della verità cattolica: «Il gran punto sta nel dividere dal Papa il maggior numero possibile di cattolici […] Modo lento, ma certo, a combattere e spegnere il mostro chiamato superstizione cattolica, il quale s’incarna nel Papa e nell’esercito clericale, sì numeroso e sì bene ordinato, è la libera discussione, il cui suono rintrona ormai fin entro le mura del Vaticano», scrive nel 1871 il massone Giuseppe Ricciardi.

Dopo aver parlato di dialogo, il cardinale scrive una frase allusiva che risulta incomprensibile: bisogna «superare quell’atteggiamento di certi ambienti integralisti cattolici che –per colpire alcuni esponenti anche gerarchici della Chiesa a loro sgraditi- ricorrevano all’arma dell’accusa apodittica di una loro appartenenza massonica». A chi si riferisce Ravasi? Chi sono coloro che screditano alcuni membri della gerarchia (quali?) addebitando loro un’appartenenza massonica non dimostrata? L’arma di cui parla Ravasi ha un nome preciso, si chiama calunnia. L’accusa andrebbe pertanto circostanziata, trattandosi di materia grave. Altrimenti si tratta di fare di tutta l’erba un fascio.

Forse non sarebbe stato male, oltre alla citazione di un documento prodotto da una singola Conferenza episcopale, fare qualche cenno al ricchissimo, sempre chiaro e netto magistero pontifico, magistero che mette ripetutamente in evidenza anche il carattere satanico del progetto massonico. Cosa rimane dalla lettura dell’articolo di Ravasi? La sensazione che il dialogo fra massoneria e Chiesa cattolica vada ufficializzato, superando la secolare contrapposizione frontale. Non sarebbe male se, per l’ennesima volta, la Santa Sede tornasse a pronunciarsi contro la massoneria.