Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Erano tre bambini neppure avevano dieci anni ciascuno: Lucia dos Santos,
cugina di Giacinta e Francesco Marto, fratelli tra loro, figli di umili famiglie
di agricoltori e di pastori a Fatima, nella terra lusitana del Portogallo, negli
anni ’10 del secolo scorso. Correva l’anno 1917, cento anni fa, era maggio e
una guerra, la prima guerra mondiale, era in corso e sconvolgeva l’Europa e il
mondo, con immensa inutile strage di milioni di vite umane. Domenica 13
maggio 1917, dopo aver partecipato alla Messa, i tre bambini, Lucia, Giacinto
e Francesco, erano al pascolo con le loro pecore, alla “Cova da Irìa”, una conca
presso Fatima. Era quasi mezzogiorno. A Roma, in Vaticano, il Papa Benedetto
XV stava imponendo le mani a un sacerdote alto e ascetico, mons. Eugenio
Pacelli, per consacrarlo Vescovo. Su tutti i fronti d’Europa crepitavano i cannoni.
In Russia un fanatico di nome Vladimir Ulianov, detto Lenin, stava per
preparare la più cruenta rivoluzione che la storia abbia mai conosciuto, la rivoluzione
comunista. “Una signora dal cielo” – Lucia e Giacinta, cantando allegre e spensierate
in un angolo della Cova da Irìa, stavano portando pietre a Francesco, impegnato
a costruire un muricciolo attorno a un minuscolo ovile. In cielo scoppiò
un lampo, più vivo della luce del Sole, si udì un tuono. I pastorelli si guardavano
spaventati: «Che sarà? Non ci sono nubi... non c’è vento!» esclamò Giacinta.
«Sarà meglio che andiamo a casa – decise Lucia – può venire un
temporale». E Francesco concluse: «Andiamo». Un altro lampo, un altro tuono
e sopra la china di un piccolo elce, apparve una visione incantevole: una
Signora vestita di bianco, più splendente del Sole. Il suo viso di inesprimibile
bellezza era rivolto a loro.
Impossibile ignorarlo: il fatto che il papa attuale sia diventato la pietra d’inciampo sul cammino della fede per milioni di cattolici non può essere minimizzato. Il cristianesimo non è un insieme di "esortazioni morali"
di Francesco Lamendola
Parlando con le persone e leggendo i commenti in rete, si direbbe che alcuni cattolici ritengano di poter soprassedere al “caso Bergoglio”, ossia al problema che questo papa, per il solo fatto di esserci, e di esserci nel mondo che sappiamo, pone alla Chiesa, di cui, teoricamente, è il capo e la guida; non perché non vedano i danni gravissimi che egli le sta provocando, al contrario, ma perché, esasperati dai suoi incessanti colpi di piccone contro la dottrina e la fede cattolica, e frustrati dalla sensazione d’impotenza sul terreno pratico, ritengono che ormai la cosa migliore da fare sia, semplicemente, quella d’ignorarlo.
Ora, è vero che la fede del singolo cristiano è la cosa essenziale, e che, se c’è la fede, orientata dalla retta dottrina, c’è l’essenziale; ma è altrettanto vero che, se si vuole continuare ad essere cattolici, e non già farsi protestanti, la Chiesa svolge una funzione indispensabile di tramite fra l’uomo e Dio, e il clero svolge appunto la funzione di custodire e tramandare la retta dottrina, senza la quale non c’è la vera e sana fede cattolica, ma una fede qualsiasi, una fede così, come ciascuno se la vuol fare, alla maniera del “così è, se vi pare” di Luigi Pirandello; e il papa, per l’appunto, dovrebbe svolgere la funzione di supremo garante e supremo difensore della fedeltà della dottrina alla divina Rivelazione. È pur vero che papa Francesco non vuol essere chiamato papa e ha fastidio di ritenersi tale, e che, fin dall’inizio, cioè fin dal suo insediamento, ha sempre ostentato di considerarsi solamente il “vescovo di Roma”, come se l’essere il vescovo di Roma non implicasse il fatto di essere a capo della Chiesa cattolica: e già da questo si sarebbe dovuto capire, in quel marzo del 2013, che ci si trovava in presenza di un magistero fallace, di un magistero con la “m” minuscola, cioènon divinamente ispirato. Ed è altrettanto vero che lo Spirito Santo dispensa ai credenti il sensus fidei, il senso della fede, che è una grazia divina e che garantisce l’impossibilità di sbagliarsi in materia di fede, perché, diversamente, verrebbe compromessa l’integrità del depositum fidei, ossia dell’insieme di tutte le verità divinamente rivelate, che costituisce il contenuto della fede cattolica. Tuttavia, bisogna andarci piano col pensare che l’azione del pontefice sia ininfluente, se essa va ad intaccare, sistematicamente, tanto il sensus fidei che il depositum fidei; e ancor più se lo fa con strategie oblique, con astute manovre giocate fra il detto e il non detto, sui doppi sensi, nonché sulla esaltazione sistematica di modelli negativi per la fede, sia fuori della Chiesa (come Marco Pannella), sia all’interno di essa (come don Lorenzo Milani); e, ancor più, con l’incoraggiare tutto uno stile pastorale, da parte del clero, teso a valorizzare unicamente la dimensione immanente, quasi che la dimensione trascendente non esistesse, non servisse, con contasse più nulla, e quasi che il cristianesimo fosse un insieme di esortazioni morali e non fede viva in una Persona viva, Gesù Cristo, venuto a incarnare in se stesso, fino all’estremo sacrificio della Passione della Morte in croce, e poi con gloria della Resurrezione, la promessa che Dio ha fatti agli uomini fin dall’inizio del loro doloroso pellegrinaggio terreno.
Sì, abbiamo detto doloroso pellegrinaggio terreno: perché questo è il linguaggio che la Chiesa ha adoperato, e giustamente, per quasi duemila anni; anche se la neochiesa, o contro-chiesa, di papa Francesco, sembra non condividerlo affatto, tanto è protesa a cercare un felice accomodamento con il mondo e ad inseguire i complimenti, le lusinghe le felicitazioni che provengono dal mondo, e soprattutto dalla parte profana, per non dire dai nemici veri e propri della Chiesa cattolica, a cominciare dalle logge massoniche, dai grandi poteri finanziari (coi quali è in perfetta sintonia, ad onta del suo fin troppo sbandierato amore per gli ultimi), dai governi laicisti e anticlericali e dalle religioni non cristiane, specialmente le più aggressive nei confronti dei discepoli di Cristo. Come si legge nella Prima lettera di Pietro (2,11): Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai desideri della carne che fanno guerra all’anima. Come stranieri e pellegrini: non come ospiti nell’albergo del mondo moderno, con tutte le comodità immaginabili!
Dunque, il fatto che il papa attuale sia diventato la pietra d’inciampo sul cammino della fede per milioni e milioni di cattolici, non può essere minimizzato né banalizzato, e non è possibile cavarsela dicendo che, in fondo, poco importa quel che egli fa e dice, purché ciascuno di noi conservi la propria personale fedeltà alla Rivelazione. C’è perfino chi sostiene che bisognerebbe smettere di parlare del “caso Bergoglio”, perché ciò finisce per enfatizzare un problema che meriterebbe di essere contenuto e riportato alle sue giuste proporzioni mediante il silenzio.
Ecco cosa scrive, ad esempio un lettore, che si firma Anonimo, del blog Acta apostaticae sedis, a commento del mio articolo Che fare con un papa eretico?, pubblicato su Il Corriere delle Regioni in data 01/05/2017:
So di "gettar scompiglio"con questa mia affermazione ma ritengo che continuare a "parlare"di Amoris Laetitia, porti acqua al mulino di chi l'ha pubblicata! Mia nonna diceva :più la smena, più la spusa riferendosi ovviamente a qualcosa che lascio a chi legge la capacità di intendere. Il sopraccitato documento, non è una enciclica, non è dogmatico e quindi non ha nessun valore morale…
Il che sarebbe come dire che, se ci si accorge che l’autista dell’autobus è impazzito, e sta guidando contromano, sfidando cento volte lo scontro frontale con i veicoli provenienti in senso opposto, si dovrebbe far finta di nulla e parlare d’altro, perché dare l’allarme, ed, eventualmente, intervenire, sarebbe come dare troppa importanza al mariolo. Tale, necessariamente, è il corrispettivo del concetto di “non portare acqua al mulino” di chi si comporta male. Ma è evidente che, così facendo, si firma e si sottoscrive la condanna a morte dei viaggiatori dell’autobus: se non si vuol fare qualcosa per se stessi, magari perché si è stanchi di vivere, si ha comunque il dovere di fare qualcosa per gli altri, che forse non si sono accorti di nulla, perché fra di essi ce ne sono di sicuro a cominciare dai bambini, di quelli che hanno una vita davanti, e non bruciano di un particolare desiderio di autodistruzione. L’autista, dunque, sta abusando del suo ruolo istituzionale e si sta approfittando della loro distrazione, o della loro inconsapevolezza, per trascinarli verso il disastro: lasciare che continui a tenere quel volante fra le mani, dunque, equivale a rendersi corresponsabili di tutto quel che ne conseguirà. Ora, ho cercato di spiegare perché, nella dottrina contenuta nella Amoris laetitia, la posta in gioco sia ancora più alta della materia specifica, che pure è importantissima, cioè l’indissolubilità, o meno, del Matrimonio cristiano: la vera posta in gioco è l’oggettività della legge morale. Infatti, se passa l’idea che un divorziato risposato può accedere al sacramento dell’Eucarestia, dopo un rapido “perdono” da parte del sacerdote, ma senza mutare in alcun modo la sua posizione pratica e spirituale, si crea un precedente fatale: d’ora in poi, chiunque potrò farsi arbitro della giustezza del proprio agire, indipendentemente dal Vangelo e anche contrariamente ad esso, e tuttavia continuare ad essere “cattolico” e a venire considerato come tale in seno alla Chiesa. La quale, a quel punto, non si capisce cosa ci starà ancora a fare, dato che, in pratica, sarà passata in pieno la teoria luterana del sacerdozio universale dei credenti: ciascun credente si porrà direttamente in relazione a Dio, e la mediazione del sacerdote, come alter Christus, non sarà più necessaria, anzi, potrebbe essere d’intralcio.
Ma c’è anche chi, come il lettore che si firma Catholicus, non vorrebbe sentir parlare non solo di Amoris laetitia, ma neppure di papa Francesco, il quale non si merita tanta attenzione da parte nostra (riporto, come nel precedente caso, solo una parte del commento):
“Se passa il relativismo attuale tutte le verità dottrinali diverranno soggettive, perciò relative" : mi scusi dottor Lamendola, da come la dice sembra che, se passa davvero, non potremo ribellarci, o ci sottometteremo o ci metteranno al rogo? ci sbatteranno in prigione? A me di Bergoglio non importa un fico secco, per dirla nuda e cruda, né tantomeno di Scola, Galantino, Lorefice, Paglia e tutti i loro degni e tristanzuoli compari. Quindi "cui prodest" ? Leggo commenti analoghi al mio su altri blog cattolici, del tipo "di Bergoglio non me po' fregar de meno". Ma che se ne vada a quel paese (dove c'è una gran puzza di zolfo), tanto prima o poi ci finirà dentro, speriamo solo che non trascini con sé troppe anime…
Io no so quale sarà il destino ultraterreno delle anime; esso è un grande mistero, che Dio solo conosce; a maggior ragione, non so quale sarà il destino delle anime di quanti sono ancora in vita, e dunque potrebbero ravvedersi e convertirsi. Ma so, come lo può vedere e capire chiunque, che il pericolo per le anime esiste, e anche Catholicus se ne avvede, e spera che non siano troppe ad essere indotte in errore. Ma questo non è un argomento sul quale si possa scherzare: quand’anche fosse in pericolo la salvezza di un’anima sola, il danno sarebbe immenso, perché l’anima umana è fatta a immagine di Dio, e dunque il valore di ciascuna è semplicemente incommensurabile; non esiste alcun criterio di giudizio e alcun sistema di misura per valutarlo. Pertanto, l’unica cosa certa è che bisogna fare il possibile, e, con l’aiuto di Dio, anche l’impossibile, per scongiurare una tale sciagura: che un’anima immortale, fatta a immagine di Dio, e già battezzata e avviata sulla strada della verità e della salvezza, possa scivolare nell’errore, e magari perdersi, proprio a causa delle male arti di quel pastore che, invece, dovrebbe considerare la salvezza di ciascuna di esse come la ragion d’essere della propria chiamata al soglio di san Pietro, e non darsi pace, né risparmiarsi fatiche, o pericoli, o insidie, o incomprensioni, ostilità e perfino persecuzioni, pur di fare tutto ciò che è immaginabile e realizzabile per evitare che anche una sola pecorella del gregge di Cristo si perda. Tremenda è la responsabilità che questo papa si sta assumendo, nello spingere così tante anime verso l’errore,il peccato e, forse, la dannazione eterna; ma terribile è anche la responsabilità di chi, pur vedendo tutto ciò, tace e si gira dall’altra parte, pensando che lui, tanto, non perderà la strada giusta, non si smarrirà lontano dall’ovile, non correrà alcun pericolo. Noi siamo chiamati, per il comandamento di Cristo, all’amore di carità: e l’amore di carità ci impone di fare tutto quel che sta in noi per soccorrere il prossimo, specialmente là dove vediamo che ad essere in pericolo è la sua anima immortale. La Chiesa si regge sulla comunione dei santi: ciò significa che nessuna anima può disinteressarsi della sorte delle altre; è nell’individualismo luterano che basta occuparsi della propria, e poi che gli altri si arrangino come meglio possono. Un vero cattolico non può ragionare così; e nemmeno può scordare, anche solo per un istante, che tradire la verità equivale a tradire il senso della vita umana, e perciò, automaticamente, a sospingere la propria anima, o quelle altrui, vero l’abisso ch’attende ciascun uom che Dio non teme.
Non temo, caro amico, né di venir messo al rogo, né di essere sbattuto in prigione, né, meno ancora, di dovermi sottomettere, o che non saprei ribellarmi: penso che ogni cristiano si debba assumere, specie di questi tempi, la responsabilità di quel che fa o che non fa rispetto al dovere di servire la Verità, a cominciare dal fatto di mettere sempre la propria faccia e di firmare sempre qualunque scritto con il proprio nome e cognome. Il punto non è questo. Il punto è che il papa possiede immensi mezzi di persuasione, e, infatti, è innegabile che egli sta esercitando una forte attrazione sulle folle, al punto che in alcune chiese è stata collocata la sua statua e i fedeli, invece di adorare e pregare Dio, sembrano voler adorare e pregare lui: basta andare su Youtube per vedere e per credere. Ebbene, già questo è un grave peccato d’idolatria; e molti altri ne portano con sé le erronee dottrine propugnate insistentemente, e con frequenza ormai frenetica, dal papa Francesco. Sono purtroppo numerosi gli indizi che portano alla conclusione che egli non stia agendo così solamente per imprudenza, vanità e faciloneria, magari bene intenzionata, ma per eseguire un compito che gli è stato affidato sin dal tempo della sua elezione; anzi, fin dal tempo della sua precedente, mancata elezione, quando alla fine era stato eletto papa il suo predecessore, Benedetto XVI: che egli sia l’uomo della massoneria ecclesiastica il cui compito è demolire, dall’interno, quel che resta della vera Chiesa. Con danno certo, e gravissimo, per una quantità di anime. Che fare, allora? Personalmente, non credo che si possa contestare formalmente la legittimità del papa, come sostiene Antonio Socci; né, meno ancora, allargare l’invalidità ai suoi predecessori, risalendo fino a Giovanni XXIII, come fanno i sedevacantisti; ma neppure che si possa ignorarlo. No, bisogna correggerlo: anche questa è carità. La correzione fraterna è un dovere cristiano: ometterla, è come farsi corresponsabili dell’altrui perdizione. E si deve pregare soprattutto per colui che dà scandalo...
Il caso Bergoglio c’interpella: impossibile ignorarlo
Il cristianesimo è la religione più perseguitata al mondo
Nel 2016 90 mila cristiani sono stati uccisi per la loro fede. 900 mila quelli uccisi nell’ultimo decennio. Nella quasi totale sordità totale delle istituzioni internazionali. A riportare la notizia un articolo de “L’Inkiesta” che cita un rapporto di un centro studi Usa.
Non c’è solo la “terza guerra mondiale a pezzetti”, quella magistralmente inchiodata all’attenzione del mondo dalla definizione di papa Francesco. C’è anche un secondo Olocausto a pezzetti, e questa volta riguarda i cristiani. Lo conferma l’ultimo rapporto, relativo al 2016, del Center for Study of Global Christianity, fondato alla fine degli anni Cinquanta presso il Gordon-Conwell Theological Seminary di Hamilton, nel Massachussetts. Anche nei dodici mesi da poco conclusi, conferma il rapporto, è stata rispettata la “quota” annua di persecuzione: 90 mila battezzati sono stati uccisi a causa della loro fede, al ritmo di uno ogni 5,8 minuti.
Il 13 maggio 1917 la Madonna apparve per la prima volta a tre bambini a
Fatima. I colloqui si svolgeranno per sei mesi consecutivi nel corso dei quali
chiederà la riparazione per i peccati dell’umanità e raccomanderà la recita del S.
Rosario per ottenere la pace nel mondo. La Madre di Dio, inoltre, mostrerà
l’inferno e parlerà di un castigo imminente. Il ciclo delle apparizioni comprende
anche alcune rivelazioni successive al 1917 con riferimenti alla consacrazione
della Russia e agli sviluppi di eventi destinati ad avverarsi con risultati rilevanti
preannunciati dal terzo Segreto. Segreto da manifestare nel 1960 la cui articolazione
confermerà, con la svolta conciliare e con il doloroso e inesorabile adeguamento
della Chiesa al mondo, le profezie annunciate. A distanza di un
secolo il messaggio di Fatima trova ancora oggi conferma negli sconvolgimenti
morali e nell’apostasia dei vertici in una Chiesa flagellata da tensioni e disordini
interni. Dicevamo che la Madonna ha parlato di castighi divini ed ha mostrato
l’inferno. Si inneggia oggi alla salvezza riservata a tutti e si insegna che la
dannazione eterna non esiste. Ha raccomandato la recita del Rosario. Oggi non
solo non si prega ma nemmeno si concepisce questa pratica devozionale la cui
importanza è indigesta allo stesso Bergoglio che sarcasticamente definisce sgranarosari
e restaurazionisti coloro che intendono adeguarsi alla comprovata
saggezza del Magistero infallibile.
ORDINE DI MALTA. LE VERITÀ – IMBARAZZANTI – DEL CARD. BURKE.
LA LETTERA DEL PAPA.
Nei giorni scorsi su Stilum Curiae abbiamo riportato un documento, in inglese, diffuso da Catholic World News, sull’Ordine di Malta, in cui si mettevano in evidenza le responsabilità del Gran Cancelliere, deposto e poi reinsediato a forza dal Vaticano, nella distribuzione di anticoncezionali in varie zone del mondo.
Oggi riportiamo qualche brano di un servizio realizzato da Kath.net (in tedesco), ripreso in parte in inglese da OnePeterFive. E’ un documento importante, perché è il rapporto che un membro dell’ordine fa ai suoi confratelli dopo una lunga udienza con il cardinale Patrono dell’Ordine, Raymond Leo Burke, esautorato nei fatti dalla sua carica dal “golpe” della Segreteria di Stato. Lasciamo che ciascuno, leggendolo, si formi la sua opinione. Alla fine della lettura porremo qualche nostra considerazione. Speriamo che l’elezione del Luogotenente, un italiano, per cui elemento di equilibrio fra i tedeschi predominanti e le altre forze contribuisca a far dimenticare questo incredibile episodio di ingerenza.
La Sacra Tradizione è soggetta alla legge del progresso? il fraintendimento chiave che si è verificato a partire dal Concilio Vaticano II. Lo strapotere dei teologi e i “cambiamenti irreversibili" di papa Francesco
di Francesco Lamendola
La questione del rapporto tra le due fonti della divina Rivelazione, ossia la Scrittura e la Tradizione, è al centro dei uno dei documenti più significativi, ma anche meno studiati e meno discussi, del Concilio Vaticano II: la Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, intitolata Dei Verbum e pubblicata il 18 novembre 1965.
Sappiamo che i lavori preparatori videro accese discussioni proprio su questo nodo; e che si tratti di un nodo particolarmente sensibile, per non dire vitale, lo si deduce dal fatto che il protestantesimo ha rigettato l’autorità della Tradizione, basandosi sulla sola Scrittura; mentre la Chiesa cattolica ha sempre onorato la Tradizione come una delle due fonti della Rivelazione, accanto alla Scrittura. Logica conseguenza dell’impostazione teologica di fondo di Lutero: se la giustificazione avviene per opera della sola fede, mentre per il cattolicesimo avviene sia con la fede che con le opere, è ovvio che la Tradizione non conta più nulla: essa, infatti, è formata da tutta la parte della Rivelazione non scritta nella Bibbia, ma tramandata oralmente, oppure affermata da alcuni autori particolarmente autorevoli, specie nei primi secoli del cristianesimo, e, in particolare, tutto l’apporto della patristica greca e latina.
la Madonna denuncia la corruzione del clero:"ROMA PERDERÀ LA FEDE"
«I preti, i ministri di mio Figlio, per la loro vita cattiva, per la loro irriverenza e la loro empietà nel celebrare i Santi Misteri, per l’amore del denaro, l’amore degli onori e dei piaceri, I PRETI SONO DIVENTATI CLOACHE D’IMPURITÀ. Sì, i preti, chiedono vendetta e la loro vendetta è sospesa sopra le loro teste!».
«I peccati delle persone consacrate a Dio gridano verso il Cielo e chiamano la vendetta, ed ecco la vendetta è alle loro porte». «Guai ai principi della Chiesa che non saranno occupati che ad accumulare ricchezze, che a salvaguardare la loro autorità, che a DOMINARE CON L’ORGOGLIO!». «LA CHIESA SARÀ ABBANDONATA A GRANDI PERSECUZIONI; QUELLO SARÀ IL TEMPO DELLE TENEBRE». «Tremate terra e voi che fate professione di adorare Gesù Cristo e che interiormenteADORATE SOLO VOI STESSI; tremate, perché Dio sta per consegnarvi al Suo nemico, perché i luoghi santi sono nella corruzione...». «Molti abbandoneranno la Fede, e il numero dei preti e dei religiosi che si separeranno dalla vera religione sarà grande»... ROMA PERDERÀ LA FEDE E DIVENTERÀ LA SEDE DELL’ANTICRISTO». (Madonna de La Salette)
Finché LA VERGINE MARIA vi sorregge, non cadrete; finché vi protegge, non avrete di che temere; finché vi conduce, non vi affaticherete; ed essendovi propizia, giungerete al porto della salvezza. (San Bernardo di Chiaravalle)
Fatima è un fatto, punto e basta. Se c'è una cosa che tutti devono riconoscere nel centenario delle apparizioni della Madonna in terra di Portogallo, è che da Fatima non si può prescindere. Sia che tu le riconosca come vere, sia che tu rimanga come un po' in sospeso, da Fatima non puoi esulare: essa segna una “botta” di cristianità in mezzo al secolo più laico che la storia abbia mai conosciuto; segna un emergere della coscienza cattolica, più puramente cattolica che si possa immaginare, alla vigilia della seconda guerra mondiale e di quella che viene da molti chiamata la terza guerra mondiale, cioè il Concilio Vaticano II e il suo turbolento post- concilio.
Un viaggio tra “impossibili” Promesse del Cielo e “assurde” devozioni: dalla promessa del Sacro Cuore fino al culto della Divina Misericordia (passando per Rue Le Bac e Fatima).
Medagliette della Madonna a detta di molti “miracolose” e a cui vengono attribuite guarigioni e conversioni che hanno fatto la storia; promesse di Salvezza che “valgon bene” Nove o Cinque messe i primi venerdì o sabati del mese (a seconda della versione); Coroncine misericordiose da recitare al capezzale foss’anche del più putrido peccatore con la sicura speranza di un’assistenza divina! E’ questo il mondo delle “impossibili promesse” e delle “assurde” devozioni che pure affollano la storia e l’immaginario del Cattolicesimo profondo degli ultimi secoli: devozioni, pratiche e speranze che suscitano scetticismo o ironia presso i credenti “adulti”, disinteresse o peggio presso tutti coloro che ritengono, a torto o a ragione, di possedere un intelletto “profondo” e “illuminato”, ma che pure risalgono a “rivelazioni” di grandi santi, spesso certificate e promosse da Pontefici e “corroborate” –se così si può dire- da eventi straordinari e da effusioni di Grazia clamorose.
cinquecento anni fa Martin Lutero si ribellò contro la Chiesa, attirando al suo séguito circa un terzo dell’Europa: si tratta, probabilmente, dopo lo scisma orientale del 1054, della defezione più cospicua che la Chiesa cattolica abbia mai conosciuto nel corso della sua storia. Milioni di anime sono rimaste così senza i mezzi necessari alla salvezza, perché sono state allontanatenon da una organizzazione religiosa fra le altre, ma dall’unica Chiesa fondata da Nostro Signore Gesù Cristo, della quale si è negato il carattere soprannaturale e la necessità per la salvezza.Lutero ha completamente snaturato la fede, rigettandone i dogmi fondamentali, che sono il Santo Sacrificio della Messa, la Presenza reale nell’Eucaristia, il sacerdozio, il papato, la grazia e la giustificazione.
"I sogni son desideri". Francia. L'Alto Clero
vuole far votare Macron.Il basso Clero resiste alle tentazioni mondane e si
organizza per la signora Le Pen
Dopo la grande, inattesa batosta delle elezioni presidenziali USA, le élites "illuminate" (laici e/o chierici) del democratico ed avanzato occidente europeo desiderano e confidano nei “risultati elettorali di celluloide” anche se questo loro sogno, si scontra con la dura realtà soprattutto degli operai e degli agricoltori in netta crisi economica. I "risultati elettorali di celluloide" possono realizzarsi attraverso un costante rimbecillimento delle menti e quando "l'effimero viene scambiato per realtà".
Il Foglio in croce tra l'osservanza sionista e l'ateismo devoto-cristiano.
Non riesco a spiegarmi se non con una
prestazione di carattere commerciale i toni sionisti sfegatati da parte
di una serie di testate e giornalisti italiani, fra cui certamente
primeggia Il Foglio
prima di Giuliano Ferrara e ora di Cerasa. Una volta Brunetta disse del
Foglio che non fa una lira di utile, e quindi non è certo dalla vendita
in edicola che trae i suoi proventi. Il giornalista tedesco Udo
Ulfkotte, morte di salute a 56 anni, ha detto cose tanti terribili
quanto documentate su quello che è la condizione della stampa europea,
tedesca, italiana. Un lettore un poco appena accorto lo sa bene, ma
averne conferme dall'interno dello stesso mondo giornalistico, delle
vere e proprie confessioni, ha la sua indubbia importanza. Un mio amico
giornalista, grande giornalista che conosceva bene i deserti
mediorientali, mi aveva già rivelato i retroscena del mondo
giornalistico e le tecniche in uso per la corruzione degli operatori
dell'informazione. Non solo Noi lo sappiamo, ma Loro sanno che Noi lo
sappiamo e se ne infischiano allegramente. Ciò che a Loro interessa è
che l'Unica Narrazione resta la Loro e nessuna voce contro possa
sentirsi o leggersi.
Vedo che alcuni blog italiani hanno già postato parziali traduzioni di questo video. Non so chi sia quello che parla, se davvero si chiami Ronald Bernard, sia olandese, e sia come dice un professionista interno all’alta finanza. Non so se quando dice che in quegli ambienti alti si pratica un culto luciferino, sia vero. Non ho prove. Solo che, quando comincia a raccontare “sono stato invitato a partecipare a dei sacrifici…all’estero…”, gli occhi gli si riempiono di lacrime. “…Bambini…”. E’ davvero sconvolto al ricordo.
“Ti è stato chiesto di farlo?”, gli chiede l’intervistatore. “Sì, e io non potevo”. S’interrompe, non riesce quasi più a parlare . Ma si sforza e continua. Non sta mentendo, Ronald Bernard.
Quindi, traduco anch’io una parte (di 8 minuti: l’intero video dura 40 minuti) delle confessioni di quest’uomo in cui la coscienza, come dice, “si è scongelata”.
Un papa "a bassa intensità", come i tempi
comandano
Le diagnosi più aggiornate del fenomeno religioso in Occidente convergono nel definirlo "a bassa intensità". Liquido, senza più dogmi, senza autorità vincolanti. Molto visibile ma irrilevante nell'arena pubblica.
Anche il cattolicesimo si sta rimodellando così. E il pontificato di Francesco si adatta in modo spettacolare a questa nuova fenomenologia, nei suoi successi e nei suoi limiti.
Da buon gesuita, Jorge Mario Bergoglio asseconda d'istinto i segni dei tempi. Non prova nemmeno ad arginare la crescente diversificazione interna alla Chiesa. Anzi, la incoraggia.
Non risponde ai cardinali che gli sottopongono dei "dubbi" e gli chiedono di fare chiarezza.
La spaccatura nella Chiesa è grave: cattolici, chiedere al Papa chiarezza è un dovere
La situazione di divisione e confusione dottrinale e pastorale nella Chiesa è molto grave: in gioco ci sono le fondamenta della Chiesa stessa.
E' questa, in estrema sintesi, la certezza che abbiamo guadagnato grazie al Convegno internazionale "Fare chiarezza, a un anno dall'Amoris Laetitia", organizzato da La Nuova Bq e Il Timone lo scorso 22 aprile a Roma.
E’ Dio il Signore del quadro cosmico - Gli uomini si agitano e cambiano, il Paradiso si riempie lo stesso.
Dio recluta Su degli scottanti problemi di oggi Don Jean-Michel Gleize, professore di teologia presso il seminario di Ecône della Fraternità San Pio X, ha scritto due articoli che gettano una luce interessante sulla loro soluzione. In primo luogo: il Papa può cadere nell’eresia formale? Risposta, forse, perché i Papi non sono più ritenuti esenti da errori come lo sono stati negli ultimi secoli. E in secondo luogo: il documento papale AmorisLaetitia mostra che Papa Francesco sia caduto nell’eresia formale? Risposta, a rigor di termini, no, ma in effetti lo si può dire, perché il neo-modernismo mina la dottrina mentre fa finta di mantenerla. Questa seconda questione dovrà aspettare un altro numero di questi “Commenti”, ma se Don Gleize non voleva rimanere intrappolato tra sedecavantismo e liberalismo, doveva affrontare subito la prima domanda.
LA MALEDIZIONE DI DON MILANI
(di Roberto Dal Bosco)
Sono giorni in cui il Male emerge in maniera piuttosto visibile.
Si sapeva che prima o poi doveva arrivare, solo non era immaginabile irrompesse in modo tanto organizzato, sincrono, concertato. Né che il letargo del catto-tradizionalismo fosse a tal punto permanente da mancare anche questa occasione.
Il mondo tutto giace sotto l’abracadabra donmilaniano. La Maledizione di Barbiana non è però un affare da baciapile. Riguarda i nostri figli, riguarda il destino di questo Paese. E non solo.
(...)
...il 2013 fu un annus horribilis per CL. I giussanisti, che per
decenni avevano fatto bene i compitini, senza quasi mai pestare i piedi a
nessuno, facendo tutti i compromessi possibili ed immaginabili, avevano
un sogno nel cuore, anzi due — diciamo che erano abbastanza
ambiziosetti: volevano il prossimo premier (Formigoni) e il prossimo
Papa (Scola).
Con Formigoni sappiamo come è andata (...). Con Scola,
la faccenda è più delicata. Sulla strana storia di Scola Papa nessuno ha
insistito abbastanza. È noto che la CEI emise un comunicato, appena
dopo la fumata bianca, con il quale si congratulava per l’elezione al
Soglio di Angelo Scola, il quale – era scritto – aveva scelto il nome di Leone XIV. I ciellini, e non solo loro, ci cascarono in blocco. Poche ore dopo, si affacciava su San Pietro il Papa Buonasera. La delusione fu totale.
La strategia “gesuitica” con la quale papa Francesco sta facendo passare
una serie di stravolgimenti dottrinali nella Chiesa. Se passa il
relativismo attuale tutte le verità dottrinali diverranno soggettive,
perciò relative
di Francesco Lamendola
Il Convegno di Roma del 22 aprile 2017, organizzato da Riccardo Cascioli e dalle redazioni de Il Timone e La Nuova Bussola Quotidiana,
con la partecipazione di sei eminenti studiosi venuti da diversi
continenti, ha concentrato il suo interesse sui punti controversi di Amors laetitia
e sui “dubia”, rimasti finora senza risposta (a sette mesi di
distanza!) dei quattro cardinali; ma, e sia pure marginalmente e quasi
involontariamente, non ha potuto eludere il problema di fondo
sottostante al disordine dottrinale che il documento papale ha, di
fatto, innescato. E il problema di fondo, è inutile girarci intorno, è,
come ha notato esplicitamente Antonio Socci, il papa stesso. Il papa Francesco è, oggi, il maggiore problema per la Chiesa cattolica: è lui, e non un singolo documento, come Amoris laetitia,
ma tutto il suo stile pastorale, tutto l’insieme delle sue omelie,
delle sue dichiarazioni estemporanee, delle sue interviste, e anche
moltissimi suoi atti, i quali hanno un elemento costante: la difformità,
ora sottile, ora clamorosa, ora implicita, ora aperta e quasi
sbandierata, dal Magistero, così come la Chiesa lo ha sempre espresso,
tramandato, custodito, su questioni essenziali di fede. E ciò in mezzo
agli applausi entusiastici dei media di tutto il mondo: strano, vero?
In altre parole, siamo in presenza di un papa eretico. È eretico de facto,
anche se, finora, è stato abbastanza prudente – relativamente parlando,
si capisce – e abbastanza abile, da sfuggire a una piena e conclamata
professione di eresia.
Errore, ignoranza, plagio, ideologia, malizia, presunzione… possono essere tutte cause di cecità intellettuale e spirituale. Gli esempi concreti, oggi, abbondano a dismisura, purtroppo. Uno non si immaginerebbe certo però, di primo acchito, che essa potesse esser provocata anche da una vasta cultura e da idee molto chiare, di per sé ben fondate. Difficile a credersi, anche in ambito teologico si può essere accecati dalle proprie stesse certezze, se queste ultime formano un sapere chiuso, una dottrina sclerotizzata, un sistema perfetto in cui ogni quesito ha una risposta immediata, definitiva, indiscutibile… In fin dei conti, si ricade nella fattispecie dell’ideologia, ammantata tuttavia di un alone soprannaturale che la rende incontestabile, soprattutto per il fedele non iniziato che, come il povero Renzo nei Promessi sposi, non può obiettare nulla al dotto latinorum di don Abbondio, pur avvertendo nella propria coscienza di uomo semplice e retto, per quanto ignorante, che qualcosa non va nelle sconnesse ragioni del voltafaccia pretesco.
Uomo milionario spende una fortuna per costruire un’arca. Ecco il risultato dopo 20 anni di lavori
Dopo aver ricevuto un segno divino, quest'uomo non ha perso tempo ed ha deciso di costruire un'arca. Ecco la sua storia ed il risultato dopo vent'anni di lavori. GUARDA IL VIDEO SOTTO
Sono tanti gli uomini facoltosi su questa terra ma alcuni di questi hanno un cuore decisamente più sensibile di altri. Alcuni sono impegnati in missioni umanitarie, altri cercano di dare vita a progetti per garantire acqua e cibo a migliaia di bambini, altri ancora decidono di seguire quello che il loro Dio gli chiede di fare.
La “razza Cattolica”: dal suicidio da Dio al suicidio dalla vita
Abbiamo virgolettato “razza Cattolica” per non suscitare ambiguità razziali, ma la notizia drammatica espressa da il sussidiario clicca qui, che parla della “razza bianca” votata al suicidio, va letta con attenzione:
“… togliersi la vita sotto la protezione dello Stato è una pratica che le varie etnie americane di minoranza magari molto più povere e con problemi maggiori rispetto alla media della popolazione “bianca”, tendenzialmente rifiutano o non prendono neppure in considerazione. Le conclusioni sono tutte da trarre e gli anni a venire, con il crescere del fenomeno anche qui in Europa potranno magari avere una valenza anche per i casi europei; ma di certo, le varie minoranze che decidono di non effettuare suicidio assistiti non è che non avranno malattie, crisi o depressioni di ogni sorta. Eppure non scelgono tale via: casualità o differenza “culturale-religiosa”?“
Questa la base della notizia. Noi vogliamo scavare ancora più a fondo andando a scoprire come il tutto ha origine in quella certa “autodemolizione” che, seppur Paolo VI denunciò riguardo alla Chiesa, era di fatto in atto già in tutta la società. Il germe cattolico sparso nel mondo, quella “razza” che era comunque battezzata e perciò cristiana, si avviò ad un lento ma inesorabile suicidio di massa quando iniziò ad abbracciare l’ubriacatura delle novità sociali e culturali, a partire dal dopoguerra.