ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 29 settembre 2017

Un nuovo sistema “cattolico”?

Per autorità e non per giurisdizione. Sintesi e breve commento della Correctio filialis

A pochi giorni dalla pubblicazione della Correctio filialis de haeresibus proponiamo qui di seguito una sintesi e un breve commento del documento, anche con lo scopo di illustrare l'inconsistenza di alcune prese di posizione critiche.

La pubblicazione della Correctio filialis nel giorno di Santa Maria della Mercede e della Santa Vergine di Walsingham 

La Correzione filiale che, sotto forma di una lettera intitolata Correctio filialis de haeresibus propagatis fu consegnata al Santo Padre l’11 agosto 2017, è stata pubblicata, in seguito al protratto silenzio del Papa, domenica 24 settembre, nel giorno della Festa della Vergine della Mercede e della Vergine di Walsingham. La prima invocata per la redenzione dei Cristiani caduti nella schiavitù degli eretici e del dominio dell’eresia e la seconda come perpetuo baluardo dell’ortodossia cattolica in un paese attraversato dagli errori del protestantesimo di Stato.


Quanto tempo un Papa deve essere morto?


Che cosa si dice all’estero su dibattiti e faide in Vaticano

Che cosa sta succedendo in Vaticano? A partire dalla cacciata dal ruolo di revisore dei conti di Libero Milone e dalla sua recente intervista a Massimo Franco sul Corriere della Sera, dove racconta la sua versione dei fatti, subito smentita dalla Sala Stampa Vaticana, o al licenziamento (o meglio il mancato rinnovo) del card. Gerhard Müller dall’ex Sant’Uffizio. Passando poi dalla lettera di “correzione formale” sull’Amoris Laetitia (meglio nota come “Dubia”) inviata dai quattro cardinali (due dei quali nel frattempo defunti), fino alla più recente “correzione filiale” degli studiosi cattolici e degli esponenti vaticani, tra cui il superiore lefebvriano Bernard Fellay.

È possibile correggere i correttori?


Anche la "correctio" genera "dubia". Il commento di un filosofo del diritto      
   

Ricevo e pubblico. L'autore è magistrato amministrativo a Roma e studioso di filosofia e di diritto. Questo suo commento alla "correctio" rivolta a papa Francesco per le eresie di cui si sarebbe fatto propagatore suona come voce costruttiva di quel "dialogo" sull'interpretazione di "Amoris laetitia" che il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin ha ieri definito "importante anche all'interno della Chiesa", che il cardinale Gerhard Müller ha auspicato venga intrapreso tra un gruppo di cardinali nominati dal papa e i critici e i dubbiosi, e in cui lo stesso Francesco è intervenuto il 10 settembre – quando la "correctio" gli era già stata recapitata –, dicendo testualmente ai gesuiti della Colombia in un incontro a porte chiuse, stando a quanto poi riferito da "La Civiltà Cattolica":
"[Voglio] dire una cosa che credo vada detta per giustizia, e anche per carità. Infatti, sento molti commenti – rispettabili, perché detti da figli di Dio, ma sbagliati – sull’esortazione apostolica post-sinodale. Per capire 'Amoris laetitia' bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare col secondo e così via… e riflettere. E leggere che cosa si è detto nel Sinodo.
"Una seconda cosa: alcuni sostengono che sotto 'Amoris laetitia' non c’è una morale cattolica o, quantomeno, non è una morale sicura. Su questo voglio ribadire con chiarezza che la morale di 'Amoris laetitia' è tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi, il cardinale Schönborn. Questo voglio dirlo perché aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci. Ma in ginocchio, sempre in ginocchio…".
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L'ultimo miglio....

IL BUS DELLA LIBERTÀ A NAPOLI, NONOSTANTE IL SINDACO E LE MINACCE DEI CENTRI SOCIALI, FASCISMO DI SINISTRA. DOMANI ROMA. 



Nonostante la vergognosa decisione dell’ultima ora del sindaco di Napoli, e dell’amministrazione ostaggio delle organizzazioni più estremiste, il Bus della Libertà è sfilato a Napoli, ed ha sostato in piazza Trento e Trieste. La sosta sarebbe dovuta durare due ore, dalle 12 alle 14, ma su consiglio della Digos è stata abbreviata; infatti stavano arrivando gli squadristi dei centri sociali, che, a quanto risultava alle forze dell’ordine, avrebbero avuto intenzione di creare disordini.

Verso la Biogospa?

Tutto quanto a Medjugorje si trasforma in miracoloso...anche il comunissimo alone attorno al sole...https://www.lalucedimaria.it/incredibile-medjugorje-spunta…/

L'imbroglio di Medjugorje

Force, apparizioni e olio miracoloso. Ecco la Medjugorje delle Marche

“Uragano Jorge del gaudio?”

Uragano Francesco
Quella lettera in latino che gli dà dell’eretico, e la reazione del Papa: 
“Macché offeso. Ora fa il repulisti”


Osservatore Romano/LaPresse
L’altro giorno nei dintorni di piazza San Pietro, all’ora di pranzo (cioè alle 13.30, quando suona la campanella oltre le mura), la calma era piatta. Visi sorridenti, soliti grandi appetiti, occhiali da sole a nascondere borse e occhiaie. Eppure, poco prima, una lettera in latino lunga, lunghissima, dava al Papa dell’eretico. Come Giordano Bruno o come uno dei tanti Pontefici medievali che si prendevano schiaffi in faccia da sovrani sbruffoncelli. Sessantadue firmatari, tra cui molti blogger, diversi paralefebvriani, banchieri e intellettuali. “Che buco nell’acqua che hanno fatto”, mi dice poco dopo, davanti a due piatti di Gricia strabordante (prima s’era già mangiato il carciofo unto e bisunto), il monsignore che non vedevo da prima dell’estate.
  

Aspis surda

Papa, Se anche Parolin e Muller chiedono chiarimenti



«È importante dialogare anche all’interno della Chiesa». Se anche il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, manda un segnale chiarissimo al Papa vuol dire che la tensione è proprio arrivata alle stelle. Ieri Parolin era a un convegno sull’Iraq organizzato dall’Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), ma a margine del convegno ha rilasciato alcune brevi dichiarazioni su immigrazione e Amoris Laetitia che, aldilà dei toni molto concilianti, lo mettono in rotta di collisione con papa Francesco e soprattutto con il “cerchio magico” che spinge a rapidi cambiamenti dottrinali.

Sui migranti, pur negando che ci siano posizioni diverse, ha sottolineato che «Si può accogliere a braccia aperte con prudenza», con un chiaro riferimento alla campagna della Caritas Internationalis lanciata il giorno prima proprio da papa Francesco a favore dell’accoglienza degli immigrati e che ha come slogan “A braccia aperte”. Parolin ha anche aggiunto che pur essendo a favore di accoglienza e integrazione, «poi toccherà alla politica italiana decidere», prendendo quindi le distanze dalla forte campagna a favore dello ius soli in Italia che si sta facendo in Vaticano e alla CEI.

“La riforma liturgica è irreversibile”… esattamente come il coma?

Magnum principium vs Summorum Pontificum?

All’inizio di questo mese è stato pubblicato il m.p. Magnum principium, che, unitamente al discorso, di pochi giorni prima, del Vescovo di Roma in occasione della LXVIII Settimana liturgica nazionale (cfr. Enrico LenziUdienza. Papa Francesco: la riforma liturgica è irreversibile, in Avvenire, 24.8.2017), dovrebbe costituire uno dei pilastri che rendano la c.d. riforma, elaborata a seguito del Concilio Vaticano II, un fatto definitivo e, quasi, potremmo dire, di fede. Sì, una fede, lontana da quella della Catholica, ma tutta impregnata di giansenismo o neo-giansenismo, che altro non sarebbe che la versione “cattolica” del calvinismo, e di gallicanesimo; mali questi da cui può dirsi affetta la Chiesa cattolica (di giansenismo ne parla anche don Alfredo Morselli«Summa familiae cura»: la grazia di sempre e “le forme e modelli del passato”, in MiL, 21.9.2017).

giovedì 28 settembre 2017

Non sono capaci di confessare questo credo


IL SACRIFICIO EUCARISTICO                     
Tutta la vita del mondo è nel Sacrificio eucaristico. E' il centro di tutto: l’atto d’amore col quale Dio si manifesta agli uomini, è la chiave di volta universale; chi non ha capito questo non ha capito nulla del cristianesimo 
di Francesco Lamendola   


Il Sacrificio eucaristico è il centro di tutto, è la chiave di volta universale: chi non ha capito questo, non ha capito nulla del cristianesimo. Non solo: il Sacrificio eucaristico è l’atto d’amore del Figlio verso il Padre, oltre che il suo atto d’amore verso l’umanità peccatrice; e nessuno può giungere al Padre se non passa per il Figlio, se non crede nel Figlio: pertanto, il Sacrificio eucaristico è l’atto d’amore mediante il quale Dio si manifesta agli uomini, fin nelle profondità della sua sostanza, in una maniera tale che nessuna mente razionale riuscirebbe mai a raggiungere, con tutto rispetto per i teologi e la teologia.
Chi ha visto me, ha visto il padre; e come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre e il Padre è in me? Sono le parole che Gesù rivolge all’apostolo Filippo, durante l’Ultima Cena, per rispondere alla sua richiesta di far vedere ai suoi discepoli il Padre. E a Tommaso, che gli aveva domandato la via per poterlo seguire, quando aveva annunciato loro che stava per lasciarli e per ritornare al Padre: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Ecco una frase che bisognerebbe imprimersi bene nella mente; che ogni cattolico dovrebbe meditare a lungo, e confrontare con le dichiarazioni, impregnate di relativismo e d’indifferentismo religioso, di certi esponenti della neochiesa odierna, secondo i quali tutte le religioni portano ugualmente a Dio, anzi, non c’è nemmeno bisogno di esse, purché si segua onestamente la propria coscienza: Nessuno può venire al Padre se non per mezzo di me

«Amo la Chiesa»

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“Ecco perché abbiamo firmato”

Tra i firmatari (nel momento in cui scrivo siamo a quota 146) della «Correctio filialis de haeresibus propagatis» resa nota lo scorso 24 settembre c’è un vescovo, René Henry Gracida, novantaquattro anni, che nel suo blog (https://abyssum.org/2017/09/27/why-we-signed-the-filial-correction/) ha voluto spiegare le ragioni della scelta.
Nato a New Orleans nel 1923, figlio di un architetto e ingegnere di origine messicana, Gracida prese parte alla seconda guerra mondiale nell’aviazione degli Stati Uniti, sui bombardieri impegnati in Europa contro il nazismo. Trentadue le sue missioni: una storia che impressionò Giovanni Paolo II.
Sacerdote dal 1959, nel 1983 fu nominato vescovo della diocesi di Corpus Christi e dal 1997, al compimento del settantacinquesimo anno di età, è diventato vescovo emerito.
Il testo con il quale illustra il perché della decisione di firmare la «Correctio filialis» è cristallino.

Nel Tide?

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“Ma Bergoglio il titolo di studio l’ha trovato nel detersivo? Parte Seconda”

Nel colloquio con i gesuiti colombiani, Bergoglio ha affermato quanto segue: “ la morale dell`Amoris laetitia è tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi, il cardinal Schoenborn. Questo voglio dirlo perché aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci”(http://www.lastampa.it/2017/09/28/vaticaninsider/ita/vaticano/il-papa-su-amoris-laetitia-commenti-rispettabili-ma-sbagliati-fyyBLf8eIkiF7RE5ptABBI/pagina.html).

Quando Santa Sede e soldoni vengono a contatto

PEZZO GROSSO DRIBBLA LA CORRECTIO FILIALIS E PARLA DI SOLDONI, CIOÈ DI MILONE E DELL’ULTIMA GRANA FINANZE IN VATICANO.
Ci ha scritto Pezzo Grosso. Non ci sorprende che ci abbia scritto, e che non ci abbia parlato – almeno lui! – della Correzione Filiale rivolta al Pontefice regnante, che ha raggiunto, a quanto ci dicono, i 146 firmatari, nella speranza di incrinare il silenzio irreale che circonda le conseguenze di Amoris Laetitia.
Pezzo Grosso non si occupa tanto di teologia, quanto di politica e infatti il suo intervento di oggi si rivolge a un fatto che la Correzione ha aiutato a far passare in secondo piano. L’intervista di Libero Milone, uomo del nuovo corso economico, forzato alle dimissioni da Revisore dei Conti, e la risposta molto secca e accusatoria della Sala Stampa vaticana, e del Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, secondo cui Milone stava spiando alcuni personaggi della Santa Sede.

Vedere l’invisibile


LA SANTA MESSA DEGLI ANGELI          

La Messa è finita gli Angeli si segnano la fronte con il segno della Croce i loro occhi splendono come stelle in una limpida notte invernale, anche il volto di Cristo lassù appeso alla Croce pare sorrida d’un sorriso ineffabile 
di Francesco Lamendola  


Anche questa sera, nella piccola chiesa di periferia, il vecchio sacerdote entra da solo in sacrestia, da solo indossa i paramenti, da solo sale all’altare e inizia la celebrazione della Santa Messa. È inverno, fa freddo e l’ambiente non è riscaldato: non ci sono i soldi per farlo; inoltre è semibuio, perché, per risparmiare, il sacerdote ha acceso solo le candele dell’altare e la piccola lampada che brilla all’altezza del leggio, sul pulpito. Il suo sguardo contempla malinconicamente i banchi vuoti: le due o tre suore e la vecchia signora, vedova da tanti anni, che di solito si presentano alla santa Messa della sera, evidentemente non ce l’hanno fatta a venire. Ora che le giornate sono così brevi, e il vento spazza con forza il lungo viale, non servito da alcun autobus, accumulando le foglie dei platani sui marciapiedi; ora che i malanni di stagione cominciano a infierire su quegli stanchi organismi, il buio e il freddo le hanno tenute lontane, e così lui è rimasto solo. Ma all’appuntamento con il Signore non ha voluto mancare, né mai vi mancherebbe, per nessuna ragione al mondo: sono più di cinquant’anni che officia la santa Messa, tre volte al giorno, anche se il vescovo non vorrebbe, perché le disposizioni superiori impongono di officiare una sola Messa al giorno, al massimo due, ma solo in casi di provata necessità. Questo, il vecchio sacerdote non l’ha mai capito: quale male, quale danno potrà mai venire, dalla frequente celebrazione della santa Messa, sia per il prete, sia per le anime dei fedeli? 

Piccolissimi cattolici

Guerra civile nella Chiesa: Vaticano attacca la persona del cardinale Müller


L'organo ufficioso del Vaticano Il Sismografo ha lanciato un brutale attacco contro il cardinale Gerhard Ludwig Müller. Müller aveva proposto che il papa creasse un gruppo di cardinali al fine di coinvolgere in un dialogo i suoi molti teologi critici.

Il giornalista vaticano e direttore de Il Sismografo, Luis Badilla, l'ha chiamata, il 27 settembre, una "proposta pazza", aggiungendo sarcasticamente: "Possiamo solo pregare [per Müller]". L'intero articolo è un odioso attacco personale all'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il Papa «nero»


Papa Francesco
dà un nuovo colpo mortale alla famiglia! 




Francesco, il Papa «nero», resterà negli annali della storia come il Pontefice che ha «smantellato» la famiglia tradizionale e che ha protetto la rivoluzione antropologica e sociale in corso, invece di combatterla dall’alto della cattedra pontificia; perseverando nell’auspicio nato nel Vaticano II di istituire una nuova Chiesa in dialogo sempre più stretto col mondo.
E il fatto che questo mondo abbia gettato a mare i valori tradizionali per imporre dei nuovi costumi anti-naturali, non è un problema importante, al contrario!
Lo spirito del Concilio ha sollecitato le più alte autorità della Chiesa ad avvicinarsi e a riconciliarsi col mondo moderno e a «benedire» i suoi riferimenti morali innovativi derivati dal progressismo. Senza che si sia tenuto conto degli avvertimenti di Nostro Signore.

«Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.» (Gc., 4, 4).

Qual'era il Papa?

Relazione del Metropolita Hilarion di Volokolamsk
al Simposio internazionaleper il Futuro Cristiano dell’Europa
Londra 22 settembre 2017



Il 26 settembre 2017, nel quadro dei rapporti tra la Chiesa Cattolica e il Patriarcato ortodosso di Mosca, Papa Francesco ha incontrato il Metropolita di Volokolamsk, Hilarion, che è anche Direttore del Dipartimento per le Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca
Il Metropolita Hilarion era reduce del Simposio Internazione sul Futuro Cristiano dell'Europa, che si è tenuto a Londra, nella sede dell'Ambasciata Russa, il 22 settembre 2017

Il tenore dell'intervento del Metropolita Hilarion ci ha indotto a pubblicarlo, stimolati dal pensiero che ci piacerebbe che anche i vescovi cattolici parlassero così pubblicamente

Non era proprio necessario, ma ci è sembrato opportuno sottolineare alcuni passaggi di questo intervento.

mercoledì 27 settembre 2017

Un cattolicesimo della prassi


LA NEGAZIONE DEL VANGELO

Il vangelo "della prassi" è la negazione del Vangelo. Non osiamo nemmeno immaginare quale trattamento riceverebbe Gesù, oggi, se tornasse fra di noi e a come reagirebbe il “suo” clero davanti alle sue chiare prese di posizione 
di Francesco Lamendola  

 

 Il 22 gennaio 1899 il papa Leone XIII indirizzava la lettera apostolica Testem benevolentia al cardinale James Gibbons di Baltimora, e, attraverso di lui, a tutto l'episcopato degli Stati Uniti, per condannare esplicitamente gli errori dell'americanismo, visto come una forma particolare dell'eresia modernista (che sarebbe stata a sua volta condannata da Pio X con il decreto Lamentabili e con l'enciclica Pascendi, entrambi del 1907. Al centro della condanna c'era la pretesa, da parte di alcuni esponenti del clero statunitense, di percorrere una sorta di "via americana" al cattolicesimo, ossia di adattare la prassi e la dottrina della Chiesa alle particolari circostanze di una nazione posta al di fuori dell'Europa e a maggioranza protestante. In quel documento ufficiale, Leone XIII ribadiva, invece, la tradizionale posizione della Chiesa e l'inalterabile insegnamento del Magistero: la Chiesa è una e non esistono diverse maniere di essere cattolici, a seconda del luogo di residenza, pertanto anche la dottrina deve essere una ed una sola. Ma non era in ballo solo la questione della diversità locale, come, per esempio, era avvenuto con la questione dei riti cinesi e dei riti malabarici; era in ballo, e in misura anche maggiore, la questione della modernità. Gli americanisti sostenevano che la Chiesa cattolica deve adattarsi alle particolari condizioni di un Paese progredito, in altre parole che non si poteva essere cattolici in America  come lo si poteva essere nella vecchia Europa, perché negli Stati Uniti la modernità aveva introdotto dei cambiamenti decisivi nei modi di vivere, di sentire e di pensare. Ma è appunto qui che Leone XIII vede profilarsi il pericolo più grave, in una richiesta di adattamento della prassi e della stessa dottrina cattolica alle esigenze del progresso; e ribadisce che il compito della Chiesa e del romano pontefice è quello di preservare inalterato il Deposito della fede. 

Il colpevole silenzio


L’impatto mondiale e il significato della Correctio filialis         

La “correzione filiale” indirizzata a papa Francesco da oltre 60 studiosi cattolici e pastori della Chiesa ha avuto in tutto il mondo uno straordinario impatto. Non è mancato chi ha cercato di minimizzare l’iniziativa affermando che il numero dei firmatari «è limitato e marginale».
Ma se l’iniziativa è irrilevante, perché le ripercussioni sono state tanto ampie, su tutti i media dei cinque continenti, compresi paesi come la Russia e la Cina? Una ricerca su Google News, ricorda Steve Skojec su One peter five ha dato il risultato di oltre 5.000 notizie, mentre oltre 100.000 sono le visite sul sito www.correctiofilialis.org in 48 ore.
L’adesione su questo sito è ancora aperta, anche se solo alcune firme saranno rese visibili. È necessario ammettere che la ragione di questa eco mondiale è una sola: la verità può essere ignorata o repressa, ma quando si manifesta con chiarezza ha una sua forza intrinseca ed è destinata a diffondersi. Il principale nemico della verità non è l’errore, ma l’ambiguità. La causa della diffusione di errori ed eresie nella Chiesa non è dovuta alla forza di questi errori, ma al colpevole silenzio di chi dovrebbe difendere a viso aperto la verità del Vangelo.

Sprazzi di sprezzo


“L’unico fornitore canonicamente legittimo”            
 

L'amore e la famiglia sono una cosa seria, non sono roba da saputelli

Se volessimo capire, o quantomeno avere uno sprazzo, di quanto il pensiero cattolico odierno sia attraversato da correnti ad esso estranee, oppure del dramma che sta attanagliando il cattolicesimo odierno, in particolare in tema di matrimonio e famiglia, basterebbe leggere l’articolo odierno sul Sussidiario.net, a firma di Eugenio Mazzarella, che commenta la CORRECTIO FILIALIS di domenica scorsa.

Come un pesce in padella



Chi confeziona una falsa realtà e la propaga volontariamente, non è in errore ma semina l’errore con gli intenti più svariati. Costui non può essere corretto per l’ovvio motivo che è il primo a conoscere alla perfezione la falsità di quanto dice e che il suo obiettivo assai poco nobile è proprio quello di seminare l’errore.
L’errore è quella falsa rappresentazione della realtà che spesso ci induce anche ad agire in modo sbagliato. Compriamo a caro prezzo un abito firmatissimo perché pensiamo che debba essere anche di stoffa buona, e ci accorgiamo poi di friggerci dentro come un pesce in padella. Se poi convinciamo un altro a fare lo stesso acquisto, la nostra falsa opinione si trasforma in un insegnamento sbagliato e nocivo.

La battaglia per restare cattolici...


CATTOLICI:"IL CERCHIO SI CHIUDE"        

Stravolgono la santa Messa per distruggere la fede. La "neochiesa" infiltrata da forze estranee "oscure" e persone malvagie, strumentalizza la santa Messa per trasformarla in cassa di risonanza delle nuove direttive mondialiste 
di Francesco Lamendola  
 

Se una associazione di criminali volesse distruggere il cattolicesimo, la Chiesa e tutto ciò che il Vangelo rappresenta, da due millenni, per milioni e milioni di persone, da dove incomincerebbe? Ormai è stato ampiamente dimostrato che le persecuzioni fisiche non approdano a nulla; e l’ateismo di Stato, in Unione Sovietica, dopo settant’anni ha visto la prepotente rinascita del sentimento religioso, che si era solo ritirato nelle catacombe, ma non era affatto scomparso. Dunque, da dove costoro potrebbero partire, su che cosa potrebbero cercare di far leva? Evidentemente, cercherebbero di attuare una penetrazione silenziosa all’interno della Chiesa, di operare  un lento stravolgimento, metodico, graduale, quasi impercettibile – almeno nelle prime fasi – della pratica e della dottrina cattoliche insomma punterebbero su una strategia subdola e flessibile e cercherebbero di fare leva sulle debolezze insite nell’anima umana, secondo la tecnica usata dal demonio quando provò a tentare Gesù nel deserto, in particolare sulla pigrizia e sulla pavidità di tante persone che preferirebbero un cristianesimo assai meno esigente, assai più tollerante e permissivo, che chiuda un occhio, e magari entrambi, sulla loro propensione al vizio e al peccato, e assicuri loro l’immancabile perdono di Dio, qualsiasi cosa facciano, anche senza bisogno di un pentimento tale da richiedere, di per se stesso, la necessità dell’espiazione. 

"E' caos, ma voluto"

Dalla dottrina ai soldi, ecco la "guerra civile" nella chiesa di Francesco


Liti tra intellettuali su Twitter, purghe di docenti, siti internet oscurati. Ross Douthat sul Nyt: "E' caos, ma voluto"

 Roma. Ha scritto qualche giorno fa sul New York Times Ross Douthat che il caos nella chiesa, con le categorie schmittiane di nemico-amico divenute i termini con cui classificare e definire le opposte fazioni, chi è dalla parte di Francesco e della sua rivoluzione e chi contro, è ormai inevitabile. Il clima, ha aggiunto il commentatore americano, è da inquisizione, i conservatori che mettono all’indice i libri dei preti progressisti (è il caso del gesuita James Martin, cui la Catholic University of America ha rifiutato di concedergli un’aula per presentare il suo libro Costruire un ponte sul tema dell’omosessualità nella chiesa) e i filosofi conservatori che vengono cacciati dalle università perché dubbiosi su Amoris laetitia (Josef Seifert, punito dall’arcivescovo di Granada con il licenziamento per aver definito l’esortazione controversa sulla famiglia una “bomba”).

Da un bambino?

Avvenire risponde alla Correzione filiale: un pastrocchio imbarazzante


Luciano Moia, da tempo impeganto a spiegare che con Amoris Laetitia è finalmente cambiato tutto, ha provato a rispondere ai 62 della Correzione filialeinsieme al teologo Giuseppe Lorizio.
può essere smontata pezzo per pezzo, da un bambino.