ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 13 ottobre 2017

Custos quid de nocte?

Il card. Piacenza a Fatima: “Maria a Fatima ha profetato...”
In prossimità della chiusura del Centenario, con una importante omelia, il card. Mauro Piacenza a Fatima ha colto molto opportunamente gli elementi più rilevanti del Messaggio, ricordando ai fedeli che le parole della Beata Vergine a Fatima non riguardano il passato, ma il nostro presente ed il futuro.
Lo scorso 12 settembre a Fatima il card. Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria apostolica, ha tenuto un’omelia degna di nota che vale la pena leggere e meditare per intero. In questo articolo possiamo di certo cogliere quei passaggi di maggior rilievo che meritano una giusta attenzione soprattutto in occasione di questo avvio di conclusione del Centenario di Fatima che avrà il suo termine ufficiale il 13 ottobre prossimo, giorno in cui si commemora l’ultima delle sei apparizioni della Regina del Rosario alla Cova da Iria.
Quale messaggio ci lascia il Centenario che la Chiesa ha celebrato? Questa è la domanda fondamentale a cui è doveroso dare una risposta. L’omelia di card. Piacenza ci aiuta in questo senso. 

L' ‘Utopìa del neutro’

DIRE E NON DIRE
Ovvero, come accontentare tutti. 





Se dovessimo fermarci a commentare ogni uscita ‘ufficiale’ o ‘a braccio’ del nostro felicemente regnante  Bergoglio, Papa e Vescovo di Roma, dovremmo star inchiodati alla scrivanìa in perenne battere i tasti del nostro PC. E non per una ansiosa pignoleria tesa a cercarne, per anatomizzarla, la benché minuscola imprecisione, stranezza concettuale o linguistica, e tanto meno per preconcetta ostilità. Gli è, piuttosto, che il Vescovo di Roma non formula e sparge il suo pensiero alla buona, senza valutarne il peso e la lega, perché ad onta di quanti lo ritengono non sufficientemente provvisto di scienza e di tempistica egli, con un forte senso di strategìa, sa dire e non dire tale che, anche quando sembra assumere un volto severo e fortemente censorio contro la cultura del mondo, riesce sottilmente a collocarsi come uomo di ‘medio limite’, direbbe Ovidio (Met. VIII, 21), un centrocampista, così da essere approvato dalla schiera progressista - è sempre dei nostri - e lodato da quella che si denomina ‘tradizionalista’ - finalmente un parlar tosto!.
   

Il colabrodo

La Tradizione e la naftalina 
Le infelici metafore di papa Bergoglio




Roma, 11 ottobre 2017, Discorso ai partecipanti all'incontro promosso da Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione

Quando si cerca di spiegare le cose serie con metafore da poco, si corre sempre il rischio di banalizzare il serio fino a renderlo ridicolo.
Lo stesso accade col provare ad offrire concetti importanti attraverso un linguaggio popolare, attuando una sorta di volgarizzazione che finisce con lo stravolgerne il vero significato originario.
Il Signore giustamente ammoniva dal dare le perle ai porci (cfr. Mt. 7, 6), ma occorre anche tenere presente che spesso chi si dispone a volgarizzare, spinto dall’idea di meglio far comprendere ai più, incomincia col formare in sé medesimo una distorta comprensione di ciò che pensa di dover offrire alla comprensione altrui.

Venendo al dunque, ancora una volta papa Bergoglio si lancia in una reprimenda contro l’integra conservazione del Deposito della Fede.
Parlando a coloro che dovrebbero promuovere la “nuova” evangelizzazione, questo 11 ottobre 2017, ha tenuto a precisare che
«La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti!»

Contra los paraculos

Our Lady of Fatima International Pilgrim Statue | CC BY-SA 2.0

Rosario e digiuno in tutta Italia in occasione del centenario dell'ultima apparizione a Fatima. L'appuntamento è per le 17.30

Oggi alle 17.30 in molte parrocchie italiane si celebrerà un rosario. È per la conclusione del centenario di Fatima, ma sicuramente la voglia di organizzarsi in rete, in gruppi l’ha data anche la notizia del grande rosario collettivo polacco.
Non pensavo sarebbe mai stato necessario riflettere su questo, ma pare sia necessario. Allora, precisiamolo. Una preghiera non potrà mai essere contro nessuno. In un rosario, un rosario intero modello hard come fanno i polacchi, non la versione light degli italiani, si chiede per venti volte al Padre comune di perdonare noi come noi perdoniamo gli altri, si chiede per duecento volte alla Madre comune di pregare per noi che siamo peccatori, e non si dice di certo che i peccatori sono gli altri. Una preghiera, una supplica come questa, non può essere mai un atto di accusa.

Dio non è pervenuto..

IL CRISTIANESIMO SENZA DIO !       

Come è triste il cristianesimo ridotto a solo umanesimo Dio non è morto semplicemente è assente? Una forma sofisticata di relativismo: il situazionismo che adattato al neo cristianesimo rinuncia a distinguere tra il bene dal male 
di Roberto Pecchioli  





Non siamo teologi, la nostra preparazione religiosa è quella di tanti italiani formati da modeste famiglie cattoliche e da quella che una volta si chiamava dottrina, gli insegnamenti del catechismo appresi in parrocchia. Siamo vissuti con le semplici formule da mandare a memoria, chiare e prive di sfumature: Dio è l’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra. Retaggi del passato, affermazioni nette, apodittiche, che destano orrore nell’uomo moderno e che la Chiesa nasconde, trascura, tutt’ al più confina nell’allusione e nella disprezzata fede popolare. Pensavamo queste cose assistendo, come è nostra abitudine mattutina, alle rassegne stampa televisive. Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, scrive di tutto, in particolare di immigrazione, ius soli, politica di governo e fatti internazionali, ma non nomina mai il nome di Dio, tanto meno parla di anima, del destino finale dell’uomo, di premio o castigo eterno. E’ un giornale, si potrebbe ribattere, il suo compito è fornire notizie. Vero, ma un foglio cattolico, espressione dei pastori di quello che un tempo avremmo chiamato popolo di Dio, dovrebbe diffondere e ribadire i fondamenti della fede e porli alla base del giudizio sui fatti. Capiamo poco delle questioni poste da alcuni porporati a Francesco, dubia che ci sembrano ragionevoli; ancor meno sappiamo valutare il merito della “correzione filiale” contenuta nel manifesto di 62 sacerdoti, professori ed intellettuali cattolici, al di là dello sconcerto per encicliche che parlano del Creato ma tacciono sul Creatore. 

Ma chi sono i più deboli oggi in Italia?


Avvenire fa lo spot allo “Ius Soli e “dimentica l’aborto            


Già da diversi anni i dati Istat certificano il drammatico calo delle nascite nel nostro paese, tanto che il numero dei morti ha ormai superato quello dei nati. Eppure, Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, sembra focalizzare l’attenzione sul problema demografico proprio ora, guarda caso nel bel mezzo del dibattito politico circa l’approvazione dello “Ius soli”.
In un articolo dell’otto ottobre dal titolo “Senza i figli degli immigrati inverno demografico più rigido”, Francesco Riccardi descrive con dovizia di particolari statistici il trend negativo delle nascite in Italia, per concludere che l’apporto demografico degli stranieri, seppur non sia risolutivo, rappresenta una delle poche ancore di salvezza cui aggrapparsi.
In sostanza, il quotidiano Avvenire pare mettere in luce dati certi e ormai ampiamente noti per finalità puramente ideologiche, dal momento che nell’articolo non v’è alcune menzione circa le cause profonde dell’inverno demografico del nostro paese, se non un timido riferimento a motivazioni generiche e facili da spendere, come la crisi economica e i cambiamenti culturali. Nessun accenno dunque alla causa prima del drammatico calo delle nascite in Italia ma anche in Europa, ossia l’aborto volontario.

Rimandato in storia e dottrina:rimandatelo a casa!


Pena di morte, in principio è legittima    
           

Torniamo al discorso del Pontefice di mercoledì scorso tenuto ai partecipanti all'incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e citiamo di esso la parte concernente la pena di morte:
«Questa problematica non può essere ridotta a un mero ricordo di insegnamento storico senza far emergere non solo il progresso nella dottrina ad opera degli ultimi Pontefici, ma anche la mutata consapevolezza del popolo cristiano, che rifiuta un atteggiamento consenziente nei confronti di una pena che lede pesantemente la dignità umana. Si deve affermare con forza che la condanna alla pena di morte è una misura disumana che umilia, in qualsiasi modo venga perseguita, la dignità personale. E’ in sé stessa contraria al Vangelo perché viene deciso volontariamente di sopprimere una vita umana che è sempre sacra agli occhi del Creatore e di cui Dio solo in ultima analisi è vero giudice e garante. Mai nessun uomo, "neppure l’omicida perde la sua dignità personale" (Lettera al Presidente della Commissione Internazionale contro la pena di morte, 20 marzo 2015) […] A nessuno, quindi, può essere tolta non solo la vita, ma la stessa possibilità di un riscatto morale ed esistenziale che torni a favore della comunità. […] Purtroppo, anche nello Stato Pontificio si è fatto ricorso a questo estremo e disumano rimedio, trascurando il primato della misericordia sulla giustizia. Assumiamo le responsabilità del passato, e riconosciamo che quei mezzi erano dettati da una mentalità più legalistica che cristiana. La preoccupazione di conservare integri i poteri e le ricchezze materiali aveva portato a sovrastimare il valore della legge, impedendo di andare in profondità nella comprensione del Vangelo. Tuttavia, rimanere oggi neutrali dinanzi alle nuove esigenze per la riaffermazione della dignità personale, ci renderebbe più colpevoli. Qui non siamo in presenza di contraddizione alcuna con l’insegnamento del passato, perché la difesa della dignità della vita umana dal primo istante del concepimento fino alla morte naturale ha sempre trovato nell’insegnamento della Chiesa la sua voce coerente e autorevole. […] E’ necessario ribadire pertanto che, per quanto grave possa essere stato il reato commesso, la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona».

La resa più scoraggiante di tutte


IL SENSO DEL "PULITO"               
In ogni essere umano non c’è solo la belva, c’è anche l’aspirazione alle altezze e il bisogno di Dio. Dobbiamo coltivare questo aspetto della natura umana: risvegliare il gusto e il senso del "pulito", accenderne la nostalgia 
di Francesco Lamendola  

 

Se dovessimo sintetizzare in una sola frase il senso della crisi morale in cui versa la nostra società diremmo senz’altro: stiamo sguazzando nel fango, felici e contenti di esserci trasformati in maiali che grugniscono di piacere quanto più sprofondano nella melma. E se dovessimo sintetizzare quel che pensiamo circa una possibile via d’uscita, ammesso che non sia già troppo tardi, diremmo: dobbiamo ritrovare il senso, e perciò anche il gusto, del “pulito”. Dopo tanto sudiciume morale, ci siamo abituati alla sporcizia: non ne proviamo più disgusto, non ne sentiamo più neanche il fetore. I nostri sensi si sono atrofizzati insieme alla nostra anima. Eppure è certo che, fino a quando non effettueremo un deciso cambio di rotta, per noi ci sono più speranze: siamo condannati a sparire, poiché ci stiamo autodistruggendo; e l’autodistruzione incomincia da ciascuno di noi, a livello intellettuale, culturale, spirituale e morale. Finché il bacio lesbico fra Belen Rodriguez e Ilary Blasi farà più audience della notizia di un onesto lavoratore che si è ammazzato per aver perso il posto di lavoro all’età di cinquant’anni, e finché un noto transessuale si vedrà designato quale testimonial di una celebre casa di abbigliamento femminile e reclamizzato dalla tv statale, profumatamente pagata dal contribuente, quando non ci sono i soldi per pagare delle pensioni di pura sopravvivenza a milioni di italiani, non ci sarà speranza, perché vorrà dire che gli italiani amano lo sporco, amano sguazzare nel fango e son disposti, pur essendo ridotti con le pezze al culo, a sborsare fior di quattrini per finanziare mode e programmi televisivi squallidi, volgari, esteticamente e moralmente inguardabili. Certo, le scelte della Rai, come quelle relative a scuola, sanità, trasporti, forze dell’ordine, banche, pensioni, immigrazione, sono gestite dalla classe dirigente, e gli italiani non hanno quasi nessuna possibilità di ottenere qualcosa di diverso: avrebbero, però, quanto meno la possibilità di disertare, snobbare, boicottare sia queste scelte che gli uomini e le donne che le prendono, evidenziando in vario modo che si considerano governati in modo inadeguato, illegittimo, antidemocratico, cialtronesco e parassitario. Ma non lo fanno.

giovedì 12 ottobre 2017

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.

Consacrazione al Cuore Immacolato



Domani, venerdí 13 ottobre, centesimo anniversario dell'ultima apparizione della Vergine a Fatima, nella chiesa della Missione, ci consacreremo al Cuore Immacolato di Maria. Per chi può unirsi a noi spiritualmente, questo è l’orario:

17:00 (12:30 UTC; 14:30 Roma; 08:30 New York): SANTO ROSARIO
17:30 (13:00 UTC; 15:00 Roma; 09:00 New York): SANTA MESSA
18:00 (13:30 UTC; 15:30 Roma; 09:30 New York): ATTO DI CONSACRAZIONE

Qui di seguito l'Atto di consacrazione in inglese, seguito dalla traduzione in italiano:

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.

Watch the Skies!

Il cielo si avventò sulla terra


Come purtroppo dimostrano le cronache planetarie degli ultimi mesi, l’Apocalisse – circoscritta, individuale o ad amplissimo raggio – giunge sempre più dal cielo. Ne abbiamo più volte parlato su Carmilla citando quel che in codice metaforico in armonia con il titolo della rubrica abbiamo battezzato “Clima Oscuro”. Ma la realtà e la cronaca viaggiano più velocemente delle nostre flemmatiche elucubrazioni: vedere le Keys in TV (un bellissimo e doloroso servizio di Manuela Moreno per RAI2) distrutte e irriconoscibili, quelle Keys che sono in prima istanza un luogo del mito e dell’immaginario per merito di Hemingway e “L’isola di corallo”, suona come una pesante incursione dell’irrazionale in una realtà sempre più frantumata e non riconoscibile come tale. Non si tratta solo di un drastico cambiamento climatico, fenomeno che la coscienza collettiva sembra capire poco o non voler affatto capire. Si tratta di rendersi conto che quanto ci sta arrivando “dal cielo” è ormai fuori scala e, a meno di una inversione di tendenza da tutte le nazioni fortemente condivisa per quel che riguarda le emissioni di gas serra, lo sarà sempre più.

Ben oltre “la pena”











Pena di morte e Stato Pontificio, il subdolo attacco di papa Francesco alla Chiesa “del passato”

Perché si vuole separare lo Stato Pontificio dalla Chiesa Cattolica?
Gesù dice che ad ogni giorno basta la sua pena (Mt 6, 34), con Papa Francesco stiamo andando ben oltre “la pena”, siamo proprio alla falsificazione della storia. Con i suoi “mantra” quotidiani viviamo una costante “cronaca nera” e disinformazione sulla storia a riguardo della Chiesa passata, vedi qui il caso della schiavitù, oppure si veda qui a riguardo delle “mura leonine” in difesa della città e della popolazione contro l’invasione musulmana…. Una Chiesa dai trascorsi malvagi, matrigna, asociale e tutto questo detto da un Pontefice eh! Il Papa riassume perfettamente il suo pensiero in queste parole tratte dalla sua Evangelii gaudium: “Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili..”, espressione generica adattabile a giustificare ogni sorta di ricostruzione storica, anche se fosse sbagliata.
Parliamo così dell’ultimo Discorso fatto da Papa Francesco in occasione del 25° della divulgazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, vedi qui, nel quale egli pur ripercorrendo le lodi e gli elogi agli sviluppi del Catechismo, della catechesi e, naturalmente, della volontà del Concilio Vaticano II alle nuove aperture e chi più ne ha più ne metta, non poteva mancare la solita tirata d’orecchie contro la gestione della Chiesa passata. La pena di mortevedi qui il CCC, è stata per lui il “tallone di Achille” non tanto della Chiesa magisteriale quanto dello STATO PONTIFICIO!

La sinfonia dell’alterità

Il calendario "arcobaleno" che uccide il rito e quindi la festa

Il calendario "arcobaleno" che uccide il rito e quindi la festa
Qual è l’essenza della Festa ? Ritualità, mito, magia, memoria, religione: il senso della Festa è tradizionalmente il crogiolo dell’appartenenza.  E’ dunque qualcosa di più di una data o di una memoria ricorrente. E’ il segno di identità complesse, che parlano della Storia e del vissuto dei popoli, delle loro credenze, delle rispettive visioni della vita e del mondo. E’ – a ben vedere – il trionfo delle “differenze”.
Niente di più lontano perciò dall’idea del melting pot civile e culturale rincorso, con affanno, dalla vulgata corrente, impegnata a spianare l’identità nazional-locale, in nome di una superficiale idea di pluralismo. 

Sic erit?


Il sottofondo di Amoris laetitia, dal «sic et non» al Gesù «fatto diavolo»

(Un sacerdote firmatario della Correctio) Da mesi circola in rete una falsa e satirica prima pagina dell’Osservatore Romano (OR) con data del 17 gennaio 2017. Titolo: «Ha risposto!». L’anonimo immagina infatti la risposta del Papa ai Dubia dei 4 Cardinali sull’Amoris Laetitia (AL).
E qual è? Per ciascun dubium è: «sic et non»,  cioè sì e no. Forse l’anonimo e intelligente giocherellone si riferisce all’opera del filosofo Pietro Abelardo (1079-1142), “Sic et non”, in cui la dialettica rischia di diventare strumento di confusione e di eterodossia? È appunto questo che si vuol rimproverare a Francesco con la satira del falso OR?  http://formiche.net/2017/02/11/falso-osservatore-romano-papa-francesco/ Si noti che se da un lato Papa Francesco (si dice) ha riso di gusto sulla “pasquinata” dei manifesti romani («A France’, ‘ndo sta la tua misericordia?»), dall’altro invece non ha tollerato lo scherzo del falso OR e la Gendarmeria Vaticana ha avviato un’indagine: http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/10/papa-ride-manifesti-critici-ma-condanna-falso-osservatore-5cc5c1ba-0569-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml 

Pulchra?

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La Chiesa è bella perché è varia

    Alcune notizie dal mondo della Chiesa cattolica
San Tommaso? No, sadomaso
Un istituto salesiano organizza un convegno sul sadomaso. Infatti, spiegano i religiosi, «l’interesse scientifico per il tema risponde ai bisogni formativi di professionisti e alla necessità di una riflessione antropologica seria e profonda».
Meno messe per tutti
L’arcivescovo di un’importante diocesi, in visita pastorale a una parrocchia, lascia alcune indicazioni, tra le quali spicca la prima: «Promuovere decisamente un ritorno alla conoscenza, personale e comunitaria, della Parola di Dio, come forma di evangelizzazione. Dove è necessario si può togliere anche qualche Santa Messa, pur di favorire momenti di catechesi e ascolto della Parola».
Fare l’indiano
In Francia un vescovo ha ordinato un sacerdote indiano eseguendo rituali indù, e lui stesso, il vescovo, si è fatto dipingere in mezzo alla fronte il tradizionale segno rosso.

“La disgrazia è che non si riflette”

LA NAVE (DELLA CHIESA) NELLA TEMPESTA. A PIACENZA, VENERDÌ, NE DISCUTONO DON BUX, GOTTI TEDESCHI E TOSATTI.


Venerdì prossimo, a Piacenza, all’Auditorio della Fondazione di Piacenza-Vigevano, si parlerà del presente e del futuro della Chiesa, a partire dal recente libro di Ettore Gotti Tedeschi “Dio è meritocratico”. Come vedete dall’immagine, e soprattutto da come sperimentate oggi giorno, le prospettive e l’attualità sono tutt’altro che rassicuranti. Il dibattito avrà come protagonisti don Nicola Bux, teologo e studioso di prima grandezza nella Chiesa italiana; l’autore del libro, che non ha certo bisogno di presentazioni, e chi scrive queste righe, e che conoscete per la sua diuturna fatica sul blog. Mi immagino che gli spunti interessanti non mancheranno, e d’altronde la cronaca del mondo ecclesiale ce ne fornisce continuamente di nuovi e, in genere, poco consolanti.

Il pretesto per far passare di tutto..

Traduzioni e liturgia, Sarah frena la deriva


Quando il 9 settembre scorso fu reso noto il Motu Proprio di papa Francesco, Magnum Principium, i soliti noti hanno gridato al “Liberi tutti” per le traduzioni dei testi liturgici. Così ora interviene il prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinale Robert Sarah, a ribadire alcuni punti fermi e a rimettere nel giusto equilibrio il rapporto tra Santa Sede e Conferenze episcopali per evitare una sorta di “federalismo liturgico”. Non si tratta di un documento ufficiale della Congregazione, ma di una iniziativa personale del Prefetto, un «contributo per la corretta comprensione di Magnum Principium», come il cardinale Sarah titola la sua lettera che la Nuova BQ pubblica in esclusiva per l’Italia.

E’ un’oscurità temporanea,o una lunga notte dell’anima?

La mia vita da teologo a esorcista



La Tradizione è la coscienza della comunità che vive ora, ricca della memoria logica di tuttala sua vicenda storica come un’incarnazione continua del Verbo attraverso molti per tutti e per tutto


Per capire anche culturalmente e vivere un presente di fede e quindi una speranza affidabile per il futuro è necessario in questo momento rifarsi al Concilio Vaticano II e al post-concilio. E io vi offro il mio piccolo contributo nell’attuale momento drammatico di frattura tra Vangelo e cultura, di persecuzione del cristianesimo.
La scelta che mi ha dato l’orizzonte teologico del mio ministero è avvenuta nel 1963. Il venerabile Giuseppe Carraro mi ha mandato per la licenza in teologia alla Facoltà Pontificia allora di Venegono Inferiore. Da un anno era iniziato Il Concilio con l’approvazione del primo dei sedici documenti, la Sacrosanctum Concilium sulla riforma liturgica e quindi partendo dal Dio che ha assunto un volto umano e che risorto si fa sacramentalmente presente e operante attraverso la liturgia della Chiesa, fonte e culmine di tutta l’attività pastorale, caritativa. Io avevo animato nella sala san Zeno dell’Azione Cattolica in Via Seminario un nutrito gruppo per la riforma liturgica alla luce del libro di Vagaggini Senso teologico della liturgia. Carraro mi raccontò l’accoglienza generale del documento e che quasi tutti i Padri l’avevano approvato dando un buon avvio teologico-magisteriale al Concilio verso il quale generale era e anche in me un’attesa straordinaria come una nuova Pentecoste storica a cominciare proprio dalla riforma liturgica che il movimento liturgico, Pio XII con la Mediator Dei avevano portato avanti. Era nato in me il desiderio di andare alla Facoltà benedettina di sant’Anselmo a Roma spinto dal benedettino Pelagio Vesentin. Ma Carraro aveva notato al Concilio il manifestarsi dell’azione predominante del gruppo renano di vescovi, che anche oggi, capitanato da Kasper, riemerge con Papa Francesco, in rapporto alla teologia romana nella contrapposizione espressa anche da un libro L’Eglise est institution ou avveniment? 

mercoledì 11 ottobre 2017

Non solo date..

Nostra Signora tra le Rivoluzioni: Fatima ci salva
                                                       13 ottobre 1917: il miracolo del sole

Tantissimo si può scrivere su Fatima, beninteso restando nei limiti delle apparizioni o rivelazioni «permesse come da credere piamente con fede solo umana, secondo la tradizione che veicolano, confermata da idonee testimonianze e documenti» (Congregazione dei Riti 12.5.1877). Va da sé che il sottoscritto “ci crede” e scrive per quelli che “ci credono”.
La ricorrenza quest’anno del centenario della Rivoluzione di Ottobre sollecita a cogliere il fatto che Fatima si incastona tra due rivoluzioni: del Portogallo prima e della Russia poi. Infatti all’inizio delle apparizioni il Portogallo era giunto al culmine di un processo politico che ne prevedeva la scristianizzazione; a sua volta un mese dopo l’apparizione conclusiva ebbe luogo in Russia la Rivoluzione di Ottobre con gli stessi intenti, ma con maggior incidenza internazionale. E forse la Madonna non scelse a caso le date delle apparizioni.

Il Padre Loro


NON C'INDURRE IN TENTAZIONE

Preghiere della neochiesa. Il Padre nostro è l’unica preghiera che sia stata insegnata direttamente da Gesù, ma con l'Ave Maria dal 2008 sono cambiate. Dio non permette che alcuno sia tentato oltre la sua capacità di resistere 
di Francesco Lamendola  

 


Come è noto, il Padre nostro è l’unica preghiera cristiana che sia stata insegnata direttamente da Gesù Cristo, così come ce l’hanno tramandata fedelmente i Vangeli (padre Sosa Abascal non ce ne voglia). Ora, proprio su questa preghiera, oltre che sull’Ave Maria, si è abbattuta la scure della neochiesa modernista: infatti la nuova tradizione della Bibbia del 2008, voluta dalla C.E.I., modifica le parole:e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male, che i fedeli hanno recitato devotamente per duemila anni, cambiandole in quelle, più politicamente corrette, più innocue e inoffensive: e non abbandonarci alla tentazione. Insomma, la parola d’ordine è sempre la stessa: rassicurare, tranquillizzare, blandire, carezzare, piacere, e, soprattutto, includere: includere tutti, cristiani e non cristiani, cristiani veri e cristiani falsi, cattolici veri e cattolici taroccati, cioè modernisti, cioè eretici. La cosa importante è non scontentare nessuno (tranne i veri cattolici, ma quelli sono ormai una quantité négligeable, e di loro non importa più niente a nessuno, tanto meno al papa), non allontanare nessuno, non disgustare nessuno, riuscire simpatici, attraenti e dialoganti con chiunque, anche e specialmente coi peggiori nemici della Chiesa e di Gesù Cristo: i massoni, i radicali, i neomarxisti e tutto il codazzo degli adoratori dei feticci della modernità: ragione, progresso, scienza, tecnica, e così via. 

La Madre di Dio può tutto

11 Ottobre Divina Maternità di Maria Santissima "Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. "

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Il primo dogma mariano formulato nella Chiesa fu il dogma della “Madre di Dio”. Nel Concilio di Efeso (431 d.C.), per combattere l’eresia di Nestorio che individuava due persone in Cristo, i Padri dell’assise ecumenica risposero affermando solennemente l’unità e l’unicità della Persona divina di Cristo e di conseguenza la Maternità di Maria estesa a tutta la sua persona non umana ma divina: «Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il Verbo (logos) che è da Dio, sia anatema» (Concilio di Efeso, Anatem. 1 di San Cirillo d’Alessandria).

Il Dogma cambiò le sorti della riflessione mariana di tutti i secoli successivi. Da allora in poi Maria Santissima entrò di diritto nelle discussioni e predicazioni teologiche di primo pia­no riguardo all’Incarnazione e alla Redenzione. La teologia così detta “bizantina” perché di area greca, legata all’influenza della grande cattedra di Costantinopoli, sarà tutta altamente mariana portando alle estreme conseguenze il valore del primo dogma mariano della Divina Maternità (Theotokos).

Memoria non santa


L’intercomunione e la messa ecumenica in cammino… con la benedizione di Francesco



Partecipanti al seminario



Dal 6 al 9 settembre 2017, presso la comunità ecumenica di Bose, la Taizé italiana, si è tenuto il seminario annuale, quest’anno dedicato al «dono dell’ospitalità» e in particolare all’«ospitalità eucaristica» e all’«accoglienza dello straniero».

I monaci e le monache di Bose, che «appartengono a Chiese cristiane diverse», diretti dal loro fondatore, il super-ecumenista e progressista frate laico Enzo Bianchi, battezzato nella religione cattolica, ma più che cattolico secondo degli Italiani, hanno invitato ortodossi, luterani, anglicani e cattolici a discutere e a riflettere sul tema proposto.

Lo svagato Gesù


I comunisti che piacciono al papa. E viceversa                   


Nei giorni scorsi sono capitate a Roma un paio di cose curiose. E a loro modo istruttive.
La prima è l'inizio della collaborazione ad "Avvenire", il quotidiano della conferenza episcopale italiana, del disegnatore satirico Sergio Staino, con una striscia domenicale dal titolo "Hello, Jesus!".
Qui la sorpresa sta nel fatto che Staino è comunista inossidabile, è stato "figlio dei fiori" e paladino del libero amore, è stato l'ultimo direttore, fino a pochi mesi fa, de "L'Unità", il defunto quotidiano del partito comunista italiano e poi dei partiti che gli sono succeduti, ed è presidente onorario della UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti.
Lo svagato Gesù delle sue strisce abita ancora a Nazaret con Giuseppe e Maria, dà una mano al padre in falegnameria, ma ha già la testa altrove, a quando se ne andrà per diventare finalmente – parole di Staino – "il primo dei socialisti, il primo a combattere per i poveri".

E le giravolte son dietro l’angolo

AVVENIRE – Tarquinio snobba Galantino (ma presto Bergoglio caccerà entrambi)

Sorprendono le parole di Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire dal 2009 quando  subentrò a Dino Boffo per ragioni mai COMPLETAMENTE chiarite) verso il Segretario della Cei Nunzio Galantino. Rispondendo ad un lettore (un sacerdote sardo) che gli chiedeva conto della Collaborazione al quotidiano cattolico del disegnatore Staino, comunista ed ateo convinto, Tarquinio ha difeso la sua scelta ed ha aggiunto:  “il vescovo Nunzio Galantino, che della Cei è segretario generale, NON È STATO CONSULTATO e non è neppure entusiasta di questa scelta”
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Sorprendono ma fino ad un certo punto: Tarquinio è su quella poltrona quasi per caso. Da vice semisconosciuto di un “ingombrante” Boffo si ritrovò a dirigere il quotidiano della Cei – che allora era molto letto e venduto. Ed anche influente e persino autorevole e soprattutto era un riferimento per tutti i cattolici italiani- dall’oggi al domani.