NEOCHIESA: INFERNO DI FALLITI
I Santi hanno visto l’inferno e il papa? Ecco da chi è formata la neochiesa modernista e progressista: da un esercito di falliti e frustrati, residuati della stagione della contestazione, carichi di rancore e bramosi di rivalsa
di Francesco Lamendola
Farebbero sorridere, se non suscitassero indignazione, le parole di padre Arturo Sosa Abascal sulla non esistenza del diavolo: perché,se il diavolo non esiste, non esiste neppure l’inferno; e se l’inferno non esiste, allora il cristianesimo è una menzogna e Gesù Cristo è venuto sulla terra per niente, dal momento che le anime non corrono alcun pericolo di dannazione e che il male non doveva essere affrontato e vinto dal Figlio di Dio, per riscattare l’umanità che giaceva sotto il suo dominio. Ma che l’inferno esista, ed esistano pure i diavoli, non è affatto una opinione personale di qualcuno, di qualche cattolico tradizionalista e bigotto: è parola del Magistero, e, prima ancora, parola di Dio. Gesù ne ha parlato spesso; lo ha affrontato faccia a faccia, nel deserto, quando ha subito le sue tentazioni, e le ha vinte; e poi, lungo tutta la sua vita terrena, quando ha liberato una quantità d’indemoniati. Anche gli altri testi del Nuovo Testamento, le lettere di san Paolo, quelle di san Pietro, i due principi degli Apostoli, parlato del diavolo e della sua terribile realtà; e così pure l’Apocalisse, che descrive la battaglia finale fra le armate del diavolo e gli Angeli del Signore. Non solo: molti Santi e Sante, anche nei tempi moderni, hanno visto l’inferno: la beata Anna Katharina Emmerick, Jean-Marie-Vianney, il santo curato d’Ars, san Giovanni Bosco, santa Faustina Kowalska, suor Lucia dos Santos, padre pio da Pietrelcina: lo hanno visto così come voi vedete le case di fronte, quando uscite in strada dal vostro portone; lo hanno visto e ne hanno riportato un’impressione fortissima, incancellabile. Ne hanno poi parlato, naturalmente, per mettere in guardia le anime contro il pericolo di finire in esso.