ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 28 gennaio 2018

La lunga strada sta per trovare il suo approdo

UN RACCONTO, UNA FICTION, DI ALFONSO INDELICATO SU COME CAMBIARE LA MESSA. UN PAPA E UN CARDINALE A COLLOQUIO. LA SVOLTA.



Un amico di Stilum Curiae, che non conosciamo personalmente, ci ha inviato tempo fa un piccolo racconto a contenuto ecclesiale, molto attuale, viste le discussioni sulla “messa ecumenica” e la ridefinizione del Padre Nostro. Si chiama Alfonso Indelicato; sospettavamo origini campane, invece, ci scrive, è “Laureato in Filosofia Cattolica negli anni “formidabili” anche per evitare pestaggi in Statale da parte di giovani democratici, divento insegnante, cosa che sono ancora adesso. Nel frattempo mi occupo di scrittura creativa e comunicazione efficace. Sono perito calligrafo iscritto all’Albo del Tribunale. Ho pubblicato per Solfanelli una raccolta di racconti e una narrazione in versi dedicata alla Milano dei giorni convulsi alla fine dell’aprile ’45. Tre anni fa entrato casualmente in politica divento consigliere comunale qui a Saronno, ma riesco ben presto a litigare con i miei alleati e con il mio stesso partito, che nei fatti mi giubila. Così rimango consigliere, insegnante, perito e talvolta conferenziere in splendida, o almeno dignitosa, solitudine”. Ecco il suo racconto.

Il Rito antico è stato distrutto dal nuovo




Testo dell'audio
LA DISTRUZIONE DEL RITO ROMANO

Don Pietro Leone
E PERCHÉ, O DIO, CI HAI RIGETTATI PER SEMPRE? si è infiammato il  vostro sdegno contro le pecorelle del vostro gregge? RicordateVi della vostra congregazione, che vostra fu fin da principio. Voi comperaste il dominio di Vostra eredità; il monte di Sion fu il luogo di Vostra abitazione. Alzate per sempre il Vostro braccio contro la loro superbia; quanti mali ha commesso il nemico nel santuario. E color che Vi odiano se ne vantarono nel luogo stesso della Vostre solennità. Hanno posto le loro insegne, le insegne sulla sommità del tempio come ad un capo di strada. Hanno similmente spezzato con accette le sue porte, come si fa degli alberi nella foresta; colle scuri e colle accette lo hanno atterrato. Han dato fuoco al Vostro santuario; han profanato il tabernacolo, che Voi avevate sopra la terra. Ha detto in cuor suo: Leviamo di sopra la terra tutti i giorni consacrati al culto di Dio.[1]

Come ha scoperto la Messa tradizionale?

Intervista con l'Abate Folsom OSB sulla bellezza del Rito Romano

Tratto da OnePeterFive. Traduzione di Traditio Marciana. Sottolineature nostre.

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Quest'intervista è stata realizzata di persona durante un ritiro predicato da Padre Cassian a Chicago per le oblate americane del monastero benedettino di Norcia. Padre Cassian ha generosamente concesso all'autore di pubblicare una trascrizione dell'intervista

Julian Kwasniekski: Lei aveva l'intenzione di diventare monaco in gioventù?
Padre Cassian: Beh, non esattamente. Io in gioventù volevo diventare un prete. Ma non avevo mai sentito parlare del monachesimo, finché ero al collegio.
JK: Davvero?
PC: I non avevo mai saputo che esistessero. Così, questo è stato un dono di Dio.
JK: Allora, quale fu la sua prima esperienza monastica? Come ha scoperto il monachesimo?
PC: Ero matricola all'Università dell'Indiana, che dista solo due ore da St. Meinrad. C'erano due monaci da St. Meinrad  che quell'anno studiavano all'università. E così li ho incontrati alla Messa quotidiana: questo fu il mio primo contatto con dei monaci. Allora, in seguito, mi sono recato a St. Meinrad con qualche altro amico, per una sorta di gita, tutto qui. C'era certamente l'azione di Dio in ciò; è stato amore a prima vista, ne fui attratto immediatamente. Stavo già pensando di cambiare il mio indirizzo e una serie di altre cose del genere, ed ero interessato ancora una volta a recarmi in seminario. Da quando St. Meinrad aprì un seminario, mi trasferii dall'Università dell'Indiana al collegio del seminario a St. Meinrad durante il mio secondo anno. Ho vissuto circondato da monaci...
JK: ...e quella fu la fine!
PC: Già.

“Beh sai! è il Papa che parla!”..

Papa Francesco sdogana Rahner: Dio è Padre di tutte le confessioni

Ecco applicata ora, a tutte le confessioni, la teoria del cristianesimo anonimo del gesuita tedesco.
Affermazione attraverso la quale il Papa ha salutato la Croce Rossa Italiana, raccolta in una udienza sabato 27 gennaio, vedi qui testo ufficiale, con queste parole: “E chiediamo che lo Spirito del Risorto, che è Spirito di amore e di pace, ci insegni questa via e ci aiuti a realizzarla. Chiedo per questo su tutti voi la benedizione di Dio – Dio Padre di tutti noi, Padre di tutte le confessioni – e la invoco in particolare per quanti hanno perduto la vita svolgendo il loro servizio e per i loro cari.”

L' "effetto Bergoglio"

Vaticano, su Papa Francesco l'ira di Antonio Socci: "effetto Bergoglio", la vergogna senza precedenti

"Effetto Bergoglio". Una rabbia da condividere, e far girare come si dice in gergo social. Antonio Socci, su Facebook, sposa la battaglia del vaticanista dell'Espresso Sandro Magister, che sul suo blog racconta la triste vicenda del convento domenicano più famoso del mondo.

Parce sepulto

Il rito di sepoltura dell'Alleluja all'inizio del periodo di settuagesima

Ai Vespri della domenica di Septuagesima, avveniva in antico un rituale speciale, specialmente nell’Europa continentale, noto come Funerale dell’Alleluia. In pratica, giacché nel Rito Latino dal Mercoledì delle Ceneri in poi fino a Pasqua non si canta più l’Alleluia, né si recita dopo i salmi, veniva commemorata la “morte” dell’Alleluia fino al suo ritorno, connesso alla Pasqua di Cristo. Il rito del Funerale dell’Alleluia è spiegato bene in un manuale liturgico del XV secolo, rinvenuto a Toul, in Francia:

Perché tutto ciò accade

San Marco non deve morire


Quello di San Marco a Firenze è il convento domenicano più famoso al mondo, affrescato dal Beato Angelico e per secoli faro di santità, di arte, di cultura, fino ai giorni nostri.
Eppure è ora sul punto di essere soppresso, proprio per volontà dell'ordine di san Domenico.
Il professor Pietro De Marco, fiorentino, che i lettori di Settimo Cielo da anni leggono e apprezzano, spiega perché tutto ciò accade e lancia un appello perché il convento sia salvato dalla chiusura.
Con un'annessa petizione, già sottoscritta da tanti che hanno a cuore la sopravvivenza non solo di questo luogo, ma della "civitas" di cui esso è l'anima.

La serva sciocca della CEI

https://cronicasdepapafrancisco.files.wordpress.com/2017/12/063-addio-al-pater-noster-1.jpg?w=850«Non ci indurre in tentazione»: un problema per la neo-chiesa

Già Bergoglio, parlando in una trasmissione – che ha fatto flop in tutti i sensi, venendo seguita letteralmente solo da quattro gatti (vqui. Cfr. G. ScaleseUn motivo ci deve essere, in Antiquo robore, 11.1.2018)  – dedicata alla preghiera del “Padre nostro”, aveva avuto da ridire sull’espressione «non ci indurre in tentazione», affermando che, secondo lui, la traduzione sarebbe errata (vqui. Cfr. G.G. VecchiPapa Francesco «corregge» il Padre nostro: «Dio non ci induce in tentazione, la traduzione è sbagliata», in Corriere della sera, 6.12.2017Il Papa "corregge" il Padre Nostro: «Non ci indurre in tentazione? La traduzione è sbagliata», in Il messaggero, 6.12.2017), manifestando che le traduzioni liturgiche fossero …. alterate …. ops … modificate volevamo dire (cfr. Fra CristoforoBergoglio cambierà il Padre Nostro. Ovviamente con la traduzione sbagliata, in Anonimi della Croce, 6.12.2017. Per una ricostruzione della vicenda, Finan Di LindisfarneUn enigma per tutti i lettori: la questione del Padre Nostro lanciata dagli Anonimi della Croce e tre settimane dopo l’affermazione di Papa Bergoglio…un caso?ivi, 9.12.2017).

sabato 27 gennaio 2018

Una strategia pianificata da Dio

I frequenti appelli della Vergine Maria nelle sue apparizioni


Mi sembra opportuno, dopo diversi articoli già dedicati al tema delle apparizioni mariane per cercare di offrire luci per una loro più piena comprensione, vedere in una visione prospettica molto utile e didattica, quali siano i più frequenti appelli che la Vergine Maria, da oltre due secoli, sta indirizzando agli uomini per il rinnovamento della Chiesa e del mondo, la soluzione ai mali presenti e a quelli venturi.
Presento la sintesi, chiara ed efficace, dei principali e frequenti appelli della Madonna tratta dal libro delle Apparizioni mariane del padre Angel Peña.
L’Autore passa in rassegna, uno dopo l’altro, questi appelli e noi con lui riscontriamo che nella maggior parte delle apparizioni la Vergine Santa insiste nella recita del Rosario. Afferma frequentemente che il Rosario è, dopo la Messa, la migliore arma contro Satana e che l’ideale è recitarlo in famiglia. Chiede la lettura della Bibbia, la Confessione mensile, la Messa quotidiana, per quanto sia possibile, e il digiuno a pane e acqua un giorno alla settimana. Insiste per dare più importanza nella nostra vita a Gesù Eucaristia. Parla della pratica dei primi cinque sabati del mese per riparare i peccati contro il suo Cuore Immacolato. Chiede insistentemente la consacrazione al suo Cuore Immacolato per essere protetti contro il maligno. Afferma che il trionfo di Gesù verrà per mezzo del Trionfo del suo Cuore Immacolato.

L'eccezione che distrugge la regola

I 3 DOCUMENTI DEL GOLPE



Liturgia, libertà religiosa, ebraismo: 3 documenti per scardinare la Chiesa. Il Concilio non solo è da ridiscutere ma da invalidare perché si è fatto promotore di gravi errori dottrinali oltre che di un'orgia di abusi liturgici 
di Francesco Lamendola  

 

Quando diciamo che è necessario ripensare il Concilio Vaticano II, non questo o quell’aspetto di esso, non questo o quel documento, ma il Concilio nel suo insieme, senza perdersi nelle vane distinzioni fra il Concilio stesso e il cosiddetto “spirito del Concilio” che ha imperversato e impazzato per decenni, fino ad oggi, ci rendiamo conto di dire una cosa molto forte, ossia che il Concilio non solo è da ridiscutere, ma da invalidare, perché, fino a quando sussisteranno gli errori dogmatici e teologici che ne sono alla base, la Chiesa non potrà mai tornare ad essere se stessa, quello che stata per millenovecento anni, con l’assistenza dello Spirito Santo, e cioè la Chiesa cattolica, apostolica e romana, una e santa, ma sarà sempre qualcosa di sostanzialmente diverso, anzi, di estraneo. Il Concilio è da invalidare perché si è fatto promotore di alcuni gravi errori dottrinali, oltre che di una vera orgia di abusi liturgici. Non c’è stato un Concilio “buono”, quello dei dibatti e dei documenti ufficiali, e uno “cattivo”, che vi si è sovrapposto, forzando, con la complicità deimass media, il significato di quei dibattiti e di quei documenti. D’altra parte, il Concilio non è stato, in se stesso, l’origine della deviazione della Chiesa dalla sua millenaria Tradizione: è stato, al contrario, il punto d’arrivo. I fermenti modernisti, combattuti a viso aperto da san Pio X, erano stati costretti a nascondersi, ma non erano stati eliminati; anzi, negli anni successivi alla Pascendi, del 1907, non avevano fatto che ingrossare, sempre di più incontrandosi con un certo spirito d’insofferenza anticattolica cresciuto dentro le stesse facoltà di teologia, gli stessi seminari e le stesse parrocchie; un certo spirito protestante che i cattolici tedeschi e olandesi avevano contratto dalla lunga vicinanza con gli scismatici luterani, e che poi avevano trasmesso a tutta la Chiesa, come un’infezione. E si tenga presente che le simpatie protestanti nascevano dall’aver riconosciuto nei luterani, o almeno nei luterani del XX secolo, dei cristiani ormai tali solo di nome, ma, in effetti, intimamente assai più vicini all’ateismo che alla fede; dei “cristiani” i quali, autonominandosi maturi e responsabili, pretendevano di rifare duemila anni cristianesimo.

Là dove girano i...

TUTTI UGUALI COL PARAOCCHI



Politicamente “non” corretto. Secondo il Sant'Uffizio del “pensiero unico” radical chic, al servizio di Papa Francesco "siamo tutti uguali" o meglio dobbiamo esserlo, perché non va presa in alcuna considerazione qualsiasi "differenza" 
di Gianni Porzi  

    

Oggi è di gran moda parlare e tenere atteggiamenti che siano politicamente corretti, cioè tali da non disturbare la sensibilità della sinistra; siamo ormai prossimi al “pensiero unico” dettato da quella sinistra radical chic, salottiera, snob, (pseudo) intellettuale che non perde occasione per censurare tutti coloro che pensano in modo non conforme alle loro idee. Una sorta di Sant'Uffizio della sinistra più becera e oggi al servizio della Chiesa di Papa Francesco.

La confusione è solo un prezzo da pagare?

  • AMORIS LAETITIA

«Fare chiarezza»: ai Dubia si associa il cardinale Eijk

«Le persone sono confuse e questo non va bene». Lo ha dichiarato il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, 64 anni, arcivescovo di Utrecht, a proposito della «confusione» che registra nella chiesa su di una domanda precisa: possono i divorziati risposati accedere all’Eucaristia?
In un’intervista concessa al giornale olandese Trouwil porporato ha detto che ci sono diverse conferenze episcopali con soluzioni contrastanti in risposta alla domanda, ma «ciò che è vero in un posto», ha detto, «non può essere sbagliato in un altro». Medico, teologo e cardinale, Eijk fa notare come l’esortazione post sinodale Amoris laetitia abbia generato dei dubbi tali per cui sarebbe necessario fare «chiarezza»; e qui il pensiero va subito ai dubia sollevati da quattro cardinali, due dei quali, Joachim Meisner e Carlo Caffarra sono morti lo scorso anno. Peraltro il cardinale Eijk, insieme a Caffarra, era uno dei tredici cardinali che firmarono una lettera inviata al Papa all’avvio del sinodo ordinario sulla famiglia nel 2015. 

«Incredibile!», sibilò il teologo.

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Vecchia formula

    In quel tempo, al termine del concilio convocato per decretare ufficialmente l’obbligo di utilizzare l’ecclesialmente corretto, i reverendi padri, dopo lunghe discussioni, raggiunsero l’accordo sulla nuovissima traduzione, riveduta e corretta, e poi ricorretta e ri-riveduta, del «Padre nostro», adottata al posto della vecchia formula, da tutti giudicata inadeguata.
Determinante fu il contributo di un noto teologo che si batté per la nuova formula riuscendo a convincere anche i più recalcitranti.
Dunque la formula ricorretta e ri-riveduta diceva: «Padre nostro (ma anche madre e comunque senza distinzioni di genere), tu che sei nei cieli (ma anche in tanti altri posti e praticamente ovunque), sia onorato il tuo nome, venga la tua democrazia, sia ascoltata la tua opinione (nel rispetto di tutte le altre e nel doveroso dialogo), come nel mondo degli ideali così come sul territorio. Dacci oggi la nostra alimentazione corretta quotidiana e sii misericordioso nei confronti dei nostri debiti così come noi siamo tolleranti verso i nostri debitori, e non ci abbandonare alla tentazione, ma liberaci da ciò che soggettivamente riteniamo essere il male nella data situazione e tenuto conto di tutte le circostanze attenuanti. Amen».

In perfetta linea con il lìder maximo

Come fare carriera sotto la dittatura di Bergoglio: Celebrazione ecumenica, conclusa la Settimana …

19:17
Quando Mons Delpini ottenne la cattedra di sant'Ambrogio rivolse il suo primo pensiero ai musulmani, adesso , sempre in perfetta linea con il lìder maximo Bergoglio
esalta la figura di Martin Lutero, assassino e suicida.
Bravo Monsignor Delpini, molto presto il lìder maximo la gratificherà con la berretta cardinalizia !
Vedi anche“La Beata Emmerick e le sue visioni"

Nel frattempo continua la persecuzione nei confronti dei cattolici come, ad esempio i Frati Francescani dell'Immacolata.


Equiparando il male al bene..

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Bilancio di una situazione apocalittica


In sintesi, si può affermare che la società contemporanea – e ora anche la dirigenza della Chiesa Cattolica – sta frullando i cervelli per ridurre tutti e ciascuno a burattini manovrabili a piacimento. Lo scopo è sempre più evidente: distruggere la persona umana equiparando il male al bene, anzi rendendo il primo preferibile al secondo, fino a farlo apparire praticamente obbligatorio. È così che il divorzio va deciso nell’interesse dei figli, altrimenti obbligati a vivere in situazioni di conflitto; l’aborto è inevitabile in nome dell’autodeterminazione della donna e, nel caso, della salvaguardia di un esserino malformato cui verrebbe inflitta, facendolo nascere, una vita di sofferenza; ai bambini bisogna lasciare facoltà di scegliere l’orientamento sessuale liberi da stereotipi di genere imposti all’umanità per migliaia di anni; purché ci sia l’amore, tutti hanno il diritto che sia pubblicamente riconosciuta la loro unione – possibilmente contro natura – con tanto di sussidi e sgravi fiscali; se per un malato non c’è più niente da fare, è opera buona accorciargli la vita addormentandolo in modo irreversibile o sospendendogli nutrizione e idratazione…

venerdì 26 gennaio 2018

Alla fine vincerà il segno della croce

SCOPERTE IN VATICANO LE 5 PROFEZIE DI SANTA BERNARDETTE!!!
Nel 1879 Bernadette ha scritto a Papa Leone XIII per sottoporgli dei messaggi della Madre di Dio per il nostro secolo. Di queste cinque profezie, quattro si sono già realizzate. La lettera considerata persa per 120 anni, è stata ritrovata dal Padre francese Antoine La Grande, in Vaticano, mentre cercava dei documenti sui miracoli di Lourdes.

Questa lettera al Papa, scritta da Bernadette proprio prima della sua morte, comprende cinque messaggi della Santa Vergine riguardanti gli avvenimenti del nostro secolo e l’avvenire dopo l’anno 2000.

Perfino i religiosi in questa dimora buia!

Sette anni in Purgatorio per un solo peccato mortale perdonato

Immagine correlata

Per ogni peccato mortale perdonato un'anima dovrebbe passare in media sette anni in Purgatorio. Questa e altre rivelazioni ricevute da due mistiche della Chiesa cattolica

Dio ha voluto mostrare in spirito l’oscura sede del Purgatorio ad alcune anime privilegiate, che avrebbero poi rivelato i misteri dolorosi che vi avevano luogo per l’edificazione dei fedeli [1].


Tra queste anime privilegiate c’è stata Santa Francesca Romana, fondatrice delle Oblate, morta a Roma il 9 marzo 1440. Dio l’ha favorita con grandi illuminazioni riguardo allo stato delle anime nell’altra vita. Ha visto l’Inferno e i suoi orribili tormenti, e ha visto anche l’interno del Purgatorio e l’ordine misterioso – quasi come una “gerarchia di espiazioni” – che regna in questa parte della Chiesa di Gesù Cristo.

In obbedienza ai suoi superiori, che si videro costretti a imporle questo obbligo, rese noto tutto ciò che Dio le aveva manifestato, e le sue visioni, scritte su richiesta del venerabile canonico Matteotti, suo direttore spirituale, godono di tutta l’autenticità che si possa desiderare in materia.


La serva di Dio dichiarò che dopo aver sopportato con orrore indescrivibile la visione dell’Inferno uscì da quell’abisso e venne condotta dalla sua guida celeste fino alle regioni del Purgatorio. Lì non regnavano né il terrore né il disordine, né la disperazione né l’oscurità eterna; lì la speranza divina diffondeva la sua luce, motivo per il quale, come le venne detto, quel luogo di purificazione era chiamato anche “dimora della speranza”. Lì vide anime che soffrivano crudelmente, ma anche angeli che facevano loro visita e le assistevano nelle loro sofferenze.

La traduzione morbida, mielosa..


IL PADRE NOSTRO SARÀ MODIFICATO E ZUCCHERATO. TROVATO UN FRAMMENTO DEL I° SECOLO D.C. CON LA NUOVA VERSIONE? PURTROPPO NO.


Spero che il frammento di Vangelo, scritto in aramaico, greco e latino, come la Stele di Rosetta, in base al quale la Conferenza Episcopale Italiana discuterà come cambiare la preghiera più importante del cristianesimo si rivelerà autentico. Datato intorno agli ultimi anni del primo secolo, e magari, in assenza di registratori tanto cari ai gesuiti, con una firma, o almeno le iniziali di Gesù, il Cristo. L’esistenza di questo frammento o frammenti non è ancora stata resa nota, ma DEVE esistere; se no con quale improntitudine si oserebbe manomettere un testo vecchio di duemila anni, sempre considerato autentico e pregato in quel modo da infinite generazioni di cristiani? L’ultima, debole speranza è che nell’assemblea dell’autunno in cui si deciderà questo cambiamento: da “non indurci in tentazione” a “non abbandonarci alla tentazione”, posto che nel segreto dell’urna come ben sappiamo Dio ti vede, ma Galantino no, e papa Bergoglio neppure, in una resipiscenza di fede e orgoglio il voto sia “no”. Ma ahimè, siamo consci di quanto questo flebile desiderio sia illusorio.

La "misericordina" colpirà ancora..

Quelle accuse a Bergoglio: "Perseguitati da questo pontificato"

Bergoglio al centro di nuove polemiche. Per i francescani dell'Immacolata è in atto un disegno teso a screditare il loro istituto religioso
Bergoglio "contro" un istituto francescano. Il papa che ha scelto "Francesco" come nome è in qualche modo "accusato" di aver contribuito alla "persecuzione" di una congregazione clericale riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa cattolica.

"In questi sei anni ho assistito: alla oggettiva devastazione della mia famiglia religiosa (frati, suore, laici), alla persecuzione (tuttora in corso) del padre fondatore e del nostro autentico carisma FI approvato da Papa san Giovanni Paolo II...", a parlare è padre Paolo Siano: un nome che ai lettori potrebbe non dire niente. La "voce coraggiosa" dei frati francescani dell'Immacolata, invece, ha riaperto una vicenda che pareva conclusa da tempo. Papa Francesco ha commissariato la comunità francescana in questione autorizzando un decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata: era l'undici luglio del 2013. Una decisione che alll'epoca era stata bocciata di netto dai tradizionalisti. Risale a quel commisariamento, del resto, l'invezione del termine "misericordiati":così vengono chiamati, in certe stanze vaticane e da certi vaticanisti, coloro che sarebbero finiti per diventare "vittime" dellle decisioni di Bergoglio. I detrattori del papa usano dire che, sotto questo pontificato, il modus operandi è incentrato tutto sul "misericordiare". Il mezzo per attuare queste scelte? La "misericordina".

Ecclesia mutata-mutandis

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Se le bacchettate contro Francesco arrivano dai cattolici progressisti 

Le risposte date dal papa in aereo, sul volo di ritorno dal Perù, circa la vicenda del vescovo Barros, accusato di aver coperto e insabbiato gli abusi commessi da padre Fernando Karadima, non hanno placato le polemiche. Per quanto Francesco si sia scusato per aver sostenuto con decisione che a carico di Barros non sono emerse prove e che quindi contro di lui ci sono solo calunnie (il che, ha ammesso, ha ferito tanti abusati), il «National Catholic Reporter», testata del cattolicesimo progressista statunitense, ritiene che il papa non abbia mostrato sufficiente attenzione nei confronti delle vittime ed anzi abbia lasciato intendere che fra loro ci possa essere chi mente.
«Papa Francesco ha ingiustamente calunniato i sopravvissuti agli abusi», scrive il giornale in un editoriale di fuoco intitolato «Francis’ commitment to abuse survivors in question». Le osservazioni di Francesco sulla mancanza di prove a carico del vescovo Barros, si sostiene nell’articolo, «sono quanto meno vergognose» («these remarks are at the least shameful») e nel giro di pochi giorni «papa Francesco ha ingiustamente calunniato i sopravvissuti agli abusi».
Si tratta, afferma il «National Catholic Reporter» di una «sceneggiatura fin troppo familiare», secondo uno schema consolidato: gettare discredito sulla testimonianza dei sopravvissuti, appoggiare il prelato in questione e spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su altro.
L’insistenza con cui il papa difende Barros, secondo la testata americana, è «mistificante». Tre diversi giornalisti, sul volo papale, hanno dato la possibilità a Bergoglio di spiegarsi, ma il papa, sostiene il giornale, non ha dato risposte soddisfacenti, ripetendo soltanto che non ci sono elementi per accusare Barros.

L'avvenire dei donmilanesi

“AVVENIRE” DEI VESCOVI LODA IL FILM PEDOFILO DI GUADAGNINO (continua l’effetto “Amoris Laetitia”)


Sul quotidiano Avvenire di mercoledì  24 gennaio, a pagina  23, vi è un lungo articolo a tutta pagina, a firma  di Alessandra De Luca,  su un  film appena lanciato del regista italiano  Luca Guadagnino intitolato  “Chiamami con il tuo nome”.  L’enfasi data a tale film sembrerebbe derivare dal fatto che lo stesso  ha ricevuto quattro nomination  agli Oscar (miglior film, sceneggiatura, attore protagonista,  canzone originale).   I problemi e i dubbi sorgono  se si considera  la trama del film, che si può brevemente così riassumere:  un diciassettenne  vive con la famiglia in una grande villa  vicino a Crema in Lombardia; siamo nel 1983. Il padre è docente universitario  e ogni estate ospita uno studente straniero che deve svolgere uno stage in Italia per completare una tesi di dottorato. Giunge così un americano di 24 anni sicuro di sé, molto bello e disinibito. Fra il giovane italiano, studioso di musica, un po’ insicuro e dedito ai primi tentativi sentimentali con una ragazza, e  il misterioso e affascinante ospite si manifesta un’attrazione omosessuale crescente che il film racconta in tutti i suoi aspetti.    Questa la trama, in realtà banalissima e scontata, del film. Ormai sembra impossibile  vincere un premio cinematografico internazionale  senza pagare pegno alla dittatura omosessualista  che sta instaurandosi in tutto il mondo occidentale, e non si contano più i film con la trama centrale, o almeno episodi  e personaggi secondari,  che ruotano intorno a tematiche omosessuali.
E’ evidente ormai da anni che i poteri forti anticristiani che mirano,  con crescente furia e violenza, alla dissoluzione di ogni vita di fede e di  anche solo ogni  ricordo   della morale tradizionale, hanno scelto cinema, programmi televisivi e musica leggera come canali privilegiati per traghettare l’Occidente verso l’omosessualismo di massa.

giovedì 25 gennaio 2018

La sua opera nefasta e micidiale di “rinnovamento”

LA GRANDE BONIFICA



È tempo di cominciare la grande bonifica. Questa babilonia deve finire, ma come sarà possibile procedere? Dio non abbandona nessuno, ma se gli uomini abbandonano Dio, Lui per quanto desideri la loro salvezza, non può fare nulla 
di Francesco Lamendola  


Abbiamo detto che, per ridare speranza ai veri cattolici e reagire al senso di fatalismo che li ha quasi paralizzati in questi ultimi anni, si deve immaginare una manovra articolata in tre fasi: puntare alle dimissioni del falso papa Bergoglio; aprire un serio dibattito sul Vaticano II e le sue conseguenze; perseguire l’abbandono di ciò che era sbagliato e un ritorno della Chiesa alle sue sorgenti perenni, alla Fonte d’acqua viva promessa da Gesù e che sempre era stata alla base della sua missione e della sua stessa vocazione apostolica (cfr. l’articolo Per reagire: manovra in tre tempi, pubblicato sul sito Accademia Nuova Italia il 22/01/2018). Il terzo punto, in verità, lo avevamo  soltanto accennato, consapevoli della enorme vastità di prospettive, di problemi, di nodi da affrontare e da sciogliere, che esso necessariamente comporta. Orbene, dobbiamo perciò esaminare più da vicino tale aspetto della questione, ben consci del fatto che esso comporta, in buona sostanza, l’assoluta necessità di bonificare l’immensa palude del modernismo che si è estesa sui campi della Chiesa e li ha ormai semisommersi nell’arco dell’ultimo mezzo secolo, all’ombra delle false teorie postconciliarirelative alla “prosecuzione” e all’”approfondimenti” del non meglio specificato “spirito del Concilio” che, con lo Spirito divino, ha ben poco o punto a che vedere.

Superiorelatria

NEO-FSSPX:
LA NUOVA BORGHESIA DELLA TRADIZIONE




San Bernardo da Menzingen
Le brave persone lo seguono. Gli altri sono pazzi o traditori o congiurati contro le persone brave e valenti – (idea geniale elaborata dal blog della neo-Fraternità in Argentina)

La borghesia è composta da individui
insoddisfatti di ciò che hanno
e soddisfatti di ciò che sono.


Nicolás Gómez Dávila

In passato, la FSSPX parlava della conversione della Roma modernista e centrava su questa condizione l’unica possibilità di un accordo con Roma. In effetti, la conversione di Roma renderebbe inutile qualsiasi accordo, perché tutto tornerebbe alla normalità. Fino al capitolo generale del 2006 era questa la posizione ufficiale. Ma poi, già convertita in neo-FSSPX, a poco a poco essa ha smesso di parlare della conversione della Roma modernista, fino a cambiare le condizioni per un accordo, senza guardare a ciò che era Roma, ma a ciò che avrebbe dovuto ricevere da essa; è così la Fraternità ha mutato il suo punto di vista.

Il punto di vista fu fatto cambiare astutamente da Roma quando concesse “misericordiosamente” la revoca delle “scomuniche”, dopo la “libertà” per la Messa tradizionale. Questo è stato il fattore chiave a partire dal quale Roma ha ripreso l’offensiva contro la Fraternità. Infatti, dopo il fallimento delle discussioni dottrinali, quando tutto sembrava concluso per mancanza di comprensione, Roma passò all’offensiva con la sua offerta di pace. E la neo-FSSPX accettò di ricercare questa pace, senza la conversione della Roma modernista.

La degradazione della teologia ad antropologia

L'APOSTASIA EUCARISTICA. CATECHESI DI DON MINUTELLA DAI PRESSI DI REGGIO EMIL...

01:07:04

Catechesi Don Minutella - 24-gennaio 2018

LA DEGRADAZIONE TEOLOGICA

Perché alla teologia di Walter Kasper sfugge la vera sostanza del Mistero cristiano. La degradazione della teologia ad antropologia: un abbassamento della regale divinità di Cristo in una ambigua “umanizzazione” 
di Francesco Lamendola  

Le prime vittime dell’inganno

LETTERA AD UN SACERDOTE - LA RISPOSTA DI BARONIO A PADRE GIOVANNI SCALESE



Per una penna un po’ polemica e talvolta acuminata come la mia, laLettera ad un Sacerdote (qui) rappresenta qualcosa di nuovo, specialmente nei modi in cui ho voluto comporla, cercando di parlare al cuore di un ideale destinatario, per suscitare nel mio interlocutore un moto interiore sincero, che riconoscesse nelle mie parole onestà di intenti e non una semplice occasione di sterile critica. Giacché la critica può toccare materie astratte, ma quando vuole accostarsi alle persone per farle riflettere deve necessariamente contemperarsi con la Carità, ossia con quello zelo per il bene altrui che ha come causa prima l’amore per Dio, ch’è Carità Egli stesso. E volere il bene di qualcuno, significa desiderare anzitutto che questi comprenda le ragioni per le quali si cerca di condividere con lui non tanto o non solo il frutto delle proprie riflessioni, quanto il loro oggetto ultimo, che deve essere sempre e solo il Signore, amato sopra ogni cosa.

La risposta del reverendo padre Scalese alla mia Lettera, pubblicata ieri su Antiquo robore (qui), mi onora per due motivi: per l’autorevolezza di chi l’ha scritta e per il modo in cui essa è stata formulata. Nelle sue parole non vi è traccia di animosità, né disprezzo per quel che ho scritto; al contrario, vi leggo un atteggiamento indulgente e - cosa molto rara - anche la condivisione di molti punti che altri giudicherebbero semplicisticamente inaccettabili. Parto quindi da questa constatazione di un comune punto di vista, nel tentativo di argomentare più diffusamente la tesi della Lettera, affinché possano diventare comuni anche le conclusioni, sulle quali al momento padre Scalese dissente. 

Chi va col lupo..




Paolo Deotto mi dice che suo padre amava ammonire che “chi va col lupo impara a lupanare”. Non si potrebbe trovare titolo migliore di questo sagace ammonimento per la breve incursione nella cronaca un po’ clericalchic e un po’ clericalchoc a cui ci dedichiamo oggi. Cronaca fotografica, naturalmente, come pertiene alla natura mondana degli eventi in questione.
Mercoledì della scorsa settimana, 17 gennaio, si è tenuta nella sede di Radio Radicale la presentazione dell’ultimo libro di Francesco Rutelli, Contro gli immediati. Per la scuola, il lavoro e la politica. Moderatore il giornalista Massimo Bordin, voce storica della radio ospitante. Relatori, oltre a Rutelli, la giornalista Mirella Serri e Vincenzo Paglia, arcivescovo, Presidente del Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.