CONOSCENZA E RICONOSCENZA
La conoscenza senza riconoscenza: ecco "il peccato". Quando una società si allontana dalla Verità, che è Dio, cade fatalmente in preda ai "disordini", che sono l’effetto logico di una società, che ha voltato le spalle a Dio
di Francesco Lamendola
Nel primo capitolo della Lettera ai Romani, san Paolo esprime con chiarezza le ragioni per cui i pagani sono inescusabili nella loro incredulità (poi spiegherà perché lo sono, a maggior ragione, anche i giudei); vale la pena di rileggerlo attentamente, visto che presenta delle impressionanti analogie con la situazione degli uomini d’oggi e, in generale, descrive la situazione dell’uomo che si rifiuta di riconoscere il suo Creatore e di rendergli lode, pur avendo gli strumenti intellettuali per rendersi conto sia della sua esistenza che della sua bontà, sapienza e perfezione, così come si riflettono nelle sue opere visibili (Rm. 1, 18-25):
In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.